Alfio Vandi

Nato a Sant'Ermete (RN) il 7 dicembre 1955. Scalatore. Professionista dal 1976 all'88, ha ottenuto 10 vittorie. Questo mingherlino, dagli occhi azzurri e dalla faccia di eterno bambino, che tanto ricordava rotondi personaggi del genio di Walt Disney, detto "l'usignolo di Romagna", pur non divenendo mai un grande, s'è ritagliato un evidente spazio di notorietà e valore, nella storia del ciclismo italiano della seconda metà degli anni '70. Nato a Sant'Ermete di Rimini il 7 dicembre 1955 e cresciuto nelle file del Pedale Riminese, fece la scelta (a mio giudizio sempre azzeccata), di passare molto presto professionista, a poco più di vent'anni. In precedenza Alfio si era distinto fra i "puri", come un promettente scalatore, capace, nelle giornate di grazia, di partorire azioni da grande "camoscio". Fra le sue vittorie da dilettante di gran pregio furono la "corsa di Coppi", ovvero la Castellania-Alassio, due tapponi del Giro della Valle d'Aosta, ed una tappa del Giro d'Italia baby. Il suo debutto fra i "prof", nel '76, non poteva essere migliore, grazie ad un ottimo 7° posto al Giro d'Italia. Un piazzamento di grande prestigio, che gli valse la maglia di miglior neoprofessionista, impreziosita dall'aver preceduto nella classifica finale... un certo Eddy Merckx che, comunque, non era nelle migliori condizioni fisiche. A coronamento della positiva stagione d'esordio, Vandi vinse il Giro del Veneto, arrivando solitario al traguardo, e il Circuito di Calenzano. L'anno seguente, colse subito il successo nella tappa iniziale della Tirreno-Adriatico, vinse il Criterium di Pianello d'Ostia e, col 4° posto al Giro d'Italia, fece scommettere molti osservatori su un suo possibile successo futuro nella corsa rosa. Non fu così, anche perché Alfio non riuscì mai a portare a termine quei progressi fisici necessari per le lunghe corse a tappe. Ciononostante, nel suo curriculum son finite diverse classiche nazionali, a cominciare dalla Milano-Torino del '79, ottenuta con un acuto sul Superga e conclusa con un arrivo solitario. In quell'anno, si classificò nuovamente 7° al Giro. Il suo anno migliore fu comunque il 1981 quando vinse il Giro di Reggio Calabria, la Coppa Placci, la cronoscalata della Futa, il Criterium di Carpiteti e si piazzò ancora una volta 7° al Giro d'Italia. Selezionato in azzurro, corse il mondiale di Praga, ma dopo aver esaurito il suo compito, si ritirò. Dal 1982, in cui vinse il Circuito di Noto, iniziò il suo lento declino, vissuto svolgendo onestamente il lavoro di gregario. Abbandonò l'attività nel 1988, senza intraprendere il ruolo di tecnico. È oggi impegnato nel settore dell'abbigliamento sportivo. Un gran signore e persona splendida.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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