Elio Bertocchi

Nato a Poggio Renatico di Ferrara, il 16 settembre 1919. Morì a Roma il 27 agosto 1971. Passista veloce. Professionista dal 1942 al 1954 con 14 vittorie. Un corridore che aveva doti sul passo notevoli, ma che erano inversamente proporzionali, alla capacità di tenere sulle lunghe salite. Un limite che gli ha precluso una carriera migliore, anche se ha saputo togliersi diverse soddisfazioni. Ferrarese di nascita, ma romano d'adozione, si segnalò da allievo, quando nel 1937 stabilì al Velodromo Appio di Roma, il record dell'ora di categoria, percorrendo 40,578 chilometri. Passato fra i dilettanti, si vide frenata la crescita dall'arrivo della guerra, ma colse nel 1942, prima di passare professionista, il traguardo migliore nella categoria: la Coppa San Geo. Giunto nell'elite, concretizzò subito, vincendo, sempre nel '42, la Coppa Migliaccio e il Criterium di Ginevra. Finì poi 7° nel "Lombardia". Nel 1943 non vinse, ma si piazzò con costanza: finì 2° nel Giro del Lazio, nel Giro di Romagna e 3° nel Giro dell'Emilia e nella Torino-Piacenza. Tornò al successo nel '45, quando conquistò la Coppa Marcovi e il GP Immacolata a Roma. Il 1946 fu il suo anno migliore: vinse due tappe al Giro d'Italia (che chiuse 33°) a Roma ed a Mantova e fece sua la frazione di Pau alla Ronde de France, che fu nell'anno la più importante manifestazione a tappe d'oltralpe. Conquistò poi il GP di Roma, ed i Criterium di Crevalcore e di Viterbo. Al Giro di Lombardia fu di nuovo 7°. Nel 1947, conquistò la tappa di Bari al Giro d'Italia, che chiuse 20°. Fu 4° nella Milano-Modena e provò l'avventura al Tour de France, ma fu costretto al ritiro durante la terza frazione. Nel 1948, andò di nuovo a segno al Giro d'Italia (finito 22°), conquistando la tappa di Brescia. Andò a correre in Spagna, vincendo la quinta tappa del Giro di Catalogna, poi chiuso al 9° posto. La vittoria nella frazione di Latina alla Roma-Napoli-Roma nel 1951, fu il suo canto del cigno. In carriera ha corso per Legnano, Viscontea, Atala e Guerra.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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