Massimo Podenzana

Nato a La Spezia il 29 luglio 1961. Passista. Alto 1,82 m. per 67 kg. Professionista dal 1987 al 2001 con 8 vittorie. Verso questo longilineo spezzino, dobbiamo tutti toglierci il cappello ed inchinarci, non già perché siamo di fronte ad un corridore leggendario, bensì perché è stato un stereotipo dei valori e dei distinguo di questo sport, nonché più che buon corridore. Anzi, visti i tempi odierni, potremmo dire campione. Silenzioso, taciturno, essenziale, onesto e lungimirante nelle condotte di gara per i suoi capitani e, da anziano, per se stesso. Sempre lontano dalla ribalta, anche quando ha vestito il Tricolore e sempre pronto a dare un segno di sostanza. Un grande, senza "se" e senza "ma". Che avesse qualità atletiche di fondo, visto ciò che è stato dopo, lo dimostrò il suo passaggio avanzato al professionismo, dopo un passato da gran dilettante, giunto all'azzurro con tanto di due podi ai Mondiali, in quella "100 km a squadre" che ha bruciato decine di atleti. Lo dice la statistica: non ribadirlo, è un falso storico o uno strano modo di analizzare il corso del ciclismo. Nel 1987, finalmente, la svolta, a 26 anni, col passaggio nella massima categoria all'interno dell'Atala Ofmega di Franco Cribiori, uno che la sapeva lunga come pochi e che ha abbandonato troppo presto il ruolo in ammiraglia.
Inizi da onesto pedalatore, sempre al servizio degli altri, anche quando andavano ben più piano di lui e un gran bel successo nella tappa di Rodi Garganico al Giro d'Italia 1988, che gli valse la Maglia Rosa che portò per nove giorni. Arrivò presto, invece, la patente di "nonno del gruppo", prima ancora che per l'età, per il suo aspetto fisico. Poi, a trent'anni suonati, la dimostrazione che era pure un gran corridore per sé, all'occorrenza. Fu infatti Campione Italiano nel 1993 e nel 1994 grazie a due strepitose azioni solitarie e due partecipazioni in linea con la sua personalità di uomo squadra ai Mondiali degli anni citati. Indi ancora tanto lavoro per gli altri con qualche giornata di libertà dove, tanto per dimostrare che le sue facoltà erano tante a dispetto del tempo, seppe vincere belle corse come il Giro di Toscana nel 1995, la tappa che si concludeva a Villeneuve-sur-Lot al Tour de France '96 e il GP Larciano nel 1999. Pure piazzamenti di prestigio come il 3° posto al GP Francoforte nel 1995, il 3° nella Clasica San Sebastian '96 ed il 3° al Campionato Italiano Cronometro, sempre nel 1996. Gli ultimi anni li passò all'ombra di Marco Pantani, voluto proprio dal "Pirata", dando sempre grandi segni di sostanza. Alla fine del 2001 appese la bicicletta al chiodo e nel 2002 salì sull'ammiraglia della Mercatone Uno di un Pantani purtroppo ormai allo sbando. Continuò poi a fare il diesse, come tutt'oggi. Un bell'esempio ed un ottimo maestro per i giovani.
In carriera ha partecipato a 12 Giri d'Italia (1987: ritirato 12a tappa - 1988: 41º - 1989: ritirato 21a tappa - 1990: 37º - 1991: 52º - 1992: 79º - 1993: 53º - 1994: 7º - 1995: ritirato 14a tappa - 1997: 17º - 1998: 11º - 1999: ritirato 21a tappa); 5 Tour de France (1995: 26º - 1996: 61º - 1997: 24º - 1998: 37º - 2000: 73º); 2 Vuelta di Spagna (1993: 74º - 1994: 29º); 4 Campionati del Mondo (Giavera del Montello 1985, Cronometro a squadre Dilettanti: 3º - Colorado Spring 1986, Cronometro a squadre Dilettanti: 2º - Oslo 1993: 31º - Agrigento 1994: ritirato).
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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