Kim Kirchen

Nato a Rammeldange (Lux) il 3 luglio 1978. Passista scalatore. Alto 1,78 m per 68 kg. Professionista dal 2001 al 2010 con 23 vittorie. Figlio d'arte, il padre Ernest è stato professionista nel 1974, anche i suoi secondi zii, Jengh e Jim, erano stati valenti figure del ciclismo lussemburghese. Ciononostante, Kim non divenne subito ciclista: fino ai sedici anni, infatti, giocava prevalentemente a calcio, con apparizioni ciclistiche solo dall'età di 13 anni, seppur subito evidenti nelle risultanze. Nel primo anno in cui si dedicò completamente al pedale, a quasi 18 anni, vinse il titolo juniores: era il 1996. Nel 1998, entrò a far parte del piccolo team semiprofessionistico della De Nardi, in Italia. L'esordio nella massima categoria, sempre con la squadra veneta avvenne nel 2000. In quegli anni Kirchen era comunque divenuto un faro del movimento ciclistico del Grandicato. Nel 2001 entrò nello squadrone della Fassa Bortolo ed arrivò la prima vittoria pesante e da considerarsi totalmente professionistica: la 3a tappa del Giro di Lussemburgo. La stagione successiva rimarcò i suoi progressi internazionali: vinse il Giro d'Olanda a tappe e il Tour di Berna. Nel 2003, fece capire di poter emergere nelle classiche: Vinse la Parigi Bruxelles e ben si comportò nell'Het Volk, nella "Sanremo", nella Freccia Vallone ed in quella del Brabante. Partecipò al suo primo Giro d'Italia che chiuse 29° e chiuse il Tour de Suisse al 4° posto, a solo 1'46" dal vincitore Vinokourov. In altre parole, un corridore completo. Tanti piazzamenti nel 2004, su tutti il 5° posto alle Olimpiadi nella gara in linea, ma pure tre vittorie: il Campionato Nazionale su strada, la 5a tappa del Giro di Lussemburgo e il Gala Tour de France, manifestazione che lo vide partecipare e concludere al 63° posto. Aprì alla grande il 2005, vincendo il Trofeo Laigueglia, il GP Chiasso, la 1a tappa (cronosquadre) e la 5a della Settimana ciclistica Internazionale Coppi & Bartali, finì 2° nella Freccia Vallone dietro Danilo Di Luca. Nel prosieguo di stagione chiuse al posto d'onore il Campionato Nazionale e la Coppa Placci e vinse, dominando, il Giro di Polonia, arricchito da un successo di tappa e nella Classifica a punti. Nel 2006, con la chiusura della Fassa Bortolo, passò alla Telekom, squadrone tedesco, ma incocciò in una stagione assai inferiore alle attese: vinse il Titolo Nazionale su strada ed il Prologo del Giro di Lussemburgo. Si riprese l'anno successivo, dove, pur non tagliando per primo nessun traguardo, fu protagonista piazzato in diverse classiche e chiuse 7° il Tour de France, trovandosi poi vincitore del tappone di Louron per la squalifica per positività all'antidoping di Vinokourov. Dopo difficili fasi iniziali nella stagione 2008, esplose al Giro dei Paesi Baschi, dove vinse due tappe e finì 2° nella Classifica a punti. Trionfò poi alla grande nella Freccia Vallone, la seconda classica a finire nel suo palmares. Conquistò in estate il Titolo Nazionale a cronometro e, nell'atteso per lui Tour de France, non si miglioro: chiuse 7°. Partecipò alle Olimpiadi finendo 46° nella prova in linea e 22° in quella a cronometro. La stagione 2009 iniziò male per Kim Kirchen, che fu vittima di una caduta nel Giro della California, rompendosi una clavicola che gli impedì di partecipare le classiche di primavera. A fine giugno, dopo aver riconquistato il Titolo Nazionale contro le lancette, cercò di raggiungere quella "top 5" al Tour de France che era il suo sogno, ma non riuscì ad emergere, anzi andò spesso in crisi al punto di chiudere con un modesto 57° posto. Nel 2010, lasciò il Team Colombia che aveva ereditato la Telekom, per approdare al Team Katusha. La sua salute però cominciò a scricchiolare in aprile, dove finì in ospedale per accertamenti, per poi degenerare durante la settima tappa del Giro di Svizzera, quando fu colpito da un attacco di cuore. Grazie alla prontezza del medico della sua squadra, fu portato in clinica pur in condizioni critiche. Qui fu posto in coma artificiale per quattro giorni. Fortunatamente si riprese, ma lì chiuse la carriera agonistica. Oggi lavora al Dipartimento dello sport del Granducato di Lussemburgo.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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