Livio Cattel

Nato il 27 agosto 1901 a San Donà di Piave (VE), deceduto il 13 ottobre 1965 a Bagnacavallo (Ra). Passista. Professionista dal 1924 al 1934 con una vittoria.
La Prima Guerra Mondiale gli deviò la vita e da veneziano, questo generoso e più che discreto corridore, si trasformò in romagnolo. Già, perché il ragazzino Livio Cattel, a causa del conflitto, giunse profugo con la famiglia a Bagnacavallo di Ravenna e, di lì, non si spostò più. Tutta la sua carriera di ciclista si consumò dunque partendo dalla Romagna, anche se il natio Veneto lo richiamò spesso nella ricerca di quegli acuti ciclistici che sentiva immanenti. E fu proprio nel trevigiano che il dilettante non ancora "fuori-classe" Cattel, vinse nel 1923 "La Popolarissima", una corsa già allora classica e sentita nella zona come un evento epocale. Quella vittoria lo fece salire di categoria, tanto è vero che nell'anno poté partecipare al Giro di Lombardia che chiuse con un bellissimo 6° posto. Nel 1924, da indipendente professionista, ben si comportò: fu 19° nella Milano-Torino, 20° nella classifica finale del Giro d'Italia (6° nella speciale classifica dei "fuori-classe") e 27° nel Campionato Italiano. L'anno seguente fu 5° nella Coppa Moradei, 16° nella Milano-Sanremo, 22° nel Giro di Lombardia, 42° nel Campionato Italiano, ma si ritirò al Giro. Nel 1926 sfiorò la vittoria nella Milano-Padova (2°), fu poi 9° nella Coppa Placcl, 10° nel Giro del Piemonte, 11° nel Giro del Veneto, 20° nel Giro di Romagna, ma fu costretto ancora una volta a ritirarsi dal Giro d'Italia. Con l'arrivo del 1927 e la maturità atletica, Livio Cattel ruppe finalmente il ghiaccio con la vittoria, andando a vincere la Coppa Città di San Vito e le sue doti di combattività, nonché il buon passo, gli valsero il 3° posto nel Giro del Veneto, il 4° nella Tre Valli Varesine e nella Coppa Viscosa (Padova), l'8° nella Coppa d'Inverno, il 19° nel Giro di Lombardia e il 26° nella Milano Sanremo. Tornò a terminare il Giro d'Italia, stavolta al 22° posto. L'andamento positivo del '27, portò a Cattel l'ingaggio della prestigiosa "Atala" per la stagione 1928. Pur cogliendo l'8° posto nella Coppa Placci e la conclusione al 26° posto del Giro d'Italia, Livio, iniziò a dare segni di tramonto, che gli consigliarono di diradare l'attività. Continuò a staccare la licenza fino al 1934, ma corse sempre meno e senza risultati. Una figura comunque importante, anche come riferimento per il pedale di Romagna e per la "sua" Bagnacavallo, cittadina dove morì nel 1965, a soli 64 anni.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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