Storia di Tolmino Gios

Nato nel 1916 a Vittorio Veneto, Tolmino Gios portava il nome d'una località, oggi in territorio sloveno, legata ai fatti d'arme della grande guerra. Non aveva ancora due anni quando la famiglia decise di emigrare a Torino, dove Tolmino scopre per la prima volta la bicicletta: "Un talento naturale, una forza della natura", così lo descrive Ruggero Radice, cronista di tanti Giri e Tour...".
I giornali d'epoca lo definiscono "Un ottimo passista veloce". Il successo più memorabile rimane la Coppa del Re a Milano, nel 1936. I tifosi sono tutti con lui, un sondaggio dello "Sport Illustrato" lo dà come grande favorito ai mondiali del '36, a Berna, e soprattutto alle Olimpiadi di Berlino. Ma viene escluso dalla rosa dei titolari, pagando uno scontro d'opinioni con il commissario tecnico.
Dopo il secondo conflitto mondiale, dove venne richiamato come bersagliere, nel '48 apre una piccola officina che col passare degli anni si amplia e coinvolge sempre più persone. Da spazio ai giovani dilettanti. Nella primavera del '58 si presenta da lui un ragazzino alto e magro: "Voglio correre". Gli fa fare il giro dell'isolato: "Bel colpo di pedale!", sentenzia e lo fa entrare in squadra. Era Italo Zilioli. Nel 1959 Alfredo Gios, primogenito di Tolmino, entra a far parte dell'affermata azienda torinese, che già all'epoca vantava un discreto mercato. Venivano prodotte soprattutto bici da città di buona fattura; dai modelli classici da "passeggio" a quelli più stravaganti per ragazzini come la "Policeman" o come, soprattutto, la "Easy Rider", che oltre ad avere avuto un successo strepitoso, fu anche la chiave del grande successo di questa azienda.
Nel 1966 entra a far parte dell' azienda il terzo figlio di Tolmino, Aldo, mentre Adriano, il secondo, sceglierà presto un'alta strada nel campo dell'economia.
Nel 1968 Tolmino affida tutto ciò che aveva sapientemente costruito dal nulla ai "Fratelli Gios": Alfredo e Aldo. Nonostante il passaggio delle consegne, Tolmino rimarrà ancora a lungo all'interno della Gios.
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