Le imprese leggendarie di Fabiana Luperini - Margeriaz-Francia ( 01 agosto 1995)

La terza frazione del Tour riportava la carovana dalla Svizzera alla Savoia con arrivo in salita a Les Aillons Margeriaz. Quella finale però non era l'unica asperità della giornata, prima si dovevano affrontare il Col de la Forclaz, classificato di seconda categoria, ed il Col du Frene, di prima categoria. Una tappa dura che poteva segnare con evidenza i valori in gara e sconvolgere la classifica che vedeva l'attempata ed arcigna statunitense Golay in maglia gialla. Fabiana Luperini, mentre la carovana si trasferiva alla partenza di Crest-Voland, avvicinò Roberta Bonanomi ed Alessandra Cappellotto, le due senatrici della squadra azzurra, per informarle che avrebbe attaccato per verificare se stessa su quelle prime importanti montagne e, soprattutto, la tenuta delle varie Longo, Zberg, Polkanhova, Polikievichute, Koliaseva ecc. L'obiettivo era di vincere la tappa che, se centrato, avrebbe garantito pure la maglia gialla. D'altronde l'arrivo sul colle di prima categoria di Margeriaz imponeva ad una scalatrice come lei quell'atteggiamento. E poi, in cuor suo, Fabiana, indipendentemente da come sarebbe andato il Tour dopo quella frazione, voleva vincere una tappa. In fondo, quella del '95, era la sua terza partecipazione alla "Grande Boucle Feminin". La condotta di gara della cascinese fu perfetta. Sul Col de la Forclaz iniziò a far capolino in testa senza forzare esageratamente. I segni delle sue accelerazioni sui pedali furono subito fatali alla maglia gialla Golay e misero alla frusta anche le più forti. Fabiana le guardava una ad una, con un tono quasi irridente che lasciò non poco stupore in chi, Polkanhova in testa, ricordava la ragazzina insicura e sofferente dell'anno prima. Sul "Frene" attaccò con lo scopo, stavolta, di mettere alle corde le resistenze delle più forti. Ed infatti, le sue accelerazioni la portarono a staccare tutte le avversarie, scollinando con un margine di 45" su Zberg e Longo e le altre sgranate. La discesa portò consiglio a Fabiana, che non si dannò per difendere il vantaggio, anche perché consapevole dell'ascesa finale di Margeriaz, difficile almeno quanto il "Frene". Ed infatti, a tre quarti di discesa, le "disperate" Longo, Zberg, Polkanhova, Rasa Polikievichute, Bubnenkova, Marsal, Jackson, Zabirova e Bailey, si riportarono su una Luperini per nulla agitata dal ricongiungimento. Giunte sulla "Montée de Margeriaz", Fabiana iniziò prima un'azione di sgretolamento, poi quando il suo passo s'alleggerì per danzare la sua permeante musica, per le altre non vi fu altra possibilità che vedere quel puntino allontanarsi all'orizzonte. Fabiana arrivò a Margeriaz con 1'04" sull'ormai solita Zberg, 1'31" sulla Longo, 2'04" sulla Polkanhova e oltre due minuti e mezzo su Rasa Polikievichute. Il Tour aveva conosciuto la vera "petite poupe italienne" quella che aveva fatto tremare, quasi bambina, la grande Leontine Van Moersel nel '93 e che aveva portato il suo fantasma ad aleggiare sull'edizione del '94. E quella maglia gialla vestita sul podio di Margeriaz, segnò l'inizio di un'epoca difficilmente eguagliabile per chiunque. Un'effige di ciclismo antico ed affascinante, fatto di attacchi in salita e di sublimazione con quel pathos che solo la montagna sa dare a chi ama questo sport.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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