La doppietta di Ferdi Kubler alla Freccia Vallone

15a Edizione: 21 aprile 1951 (Charleroi - Liegi)

Con un cast tornato abbondantemente oltre le cento presenze (148 i partenti), ed una internazionalizzazione che, per la prima volta, negli andamenti di corsa, mise alle corde, a mo' di gruppo, la leadership belga, si consumò la quindicesima edizione della Freccia. Per gli italiani, la mancanza di Coppi, alle prese con l'ennesimo infortunio, fu compensata dalla presenza di Gino Bartali, battagliero più che mai e da Fiorenzo Magni, che, solo venti giorni prima, aveva vinto il suo terzo Giro delle Fiandre consecutivo. I francesi, accanto alla stella di Luison Bobet, secondo due settimane prima nella Parigi Roubaix, presentavano per la prima volta "Testa di vetro" Jean Robic. Ingresso con ambizioni anche per gli svizzeri, grazie a Ferdi Kubler, il loro numero uno, ed un gran pedalatore proveniente dalla pista, sul quale il grande Learco Guerra giurava: Hugo Koblet. Anche gli olandesi che, nonostante la vicinanza geografica e di lingua coi belgi, avevano sempre faticato a varcare i confini, stavolta erano presenti in forze, a cominciare dal loro corridore più forte, Wout Wagmants. I fatti di corsa, raccolsero la rappresentatività internazionale e la selezione che si creò nei primi 120 chilometri di gara, andò a danno soprattutto dei corridori di casa. E che il trend della quindicesima edizione fosse diverso dai precedenti, lo si vide quando, ad una cinquantina di chilometri dal traguardo, si formò in testa un drappello di undici unità che suggellò la corsa. La composizione del gruppetto vedeva tre francesi, Bobet Gauthier e Robic; tre italiani, Bartali Magni e Logli; due svizzeri, Kubler e Brun, e "solo" tre belgi, il vecchio Marcel Kint, il forte ma altalenante Raymond Impanis e il non ancora espresso André Rosseel. Sull'ultima cote, Bartali cercò in tutte le maniere di andarsene, ma tennero la sua ruota, Kubler, Bobet e Robic. Nessun belga dunque. Nella decisiva volata a quattro, nonostante l'ispirazione del vecchio Bartali, fu Kubler a vincere senza soverchi problemi.


16a Edizione: 10 maggio 1952 (Charleroi - Liegi)

Il ritorno della Freccia a maggio, la settimana precedente il Giro d'Italia, frenò la partecipazione degli italiani, ma non impedì di riscontrare allo start di Charleroi, un cast di pregio. 111 partenti, coi belgi decisi a ritornare protagonisti principali. L'ottima giornata propose un'andatura notevole, ed una minore selezione rispetto agli anni precedenti, anche se le difficoltà della prova, portarono ugualmente al traguardo una percentuale di corridori sempre lautamente inferiore al 50%: solo 47 arrivarono a Liegi.
Le emozioni si consumarono tutte negli ultimi trenta chilometri, quando il francese Vernajo e, soprattutto, i belgi Impanis ed Ockers, cercarono più volte la soluzione di forza.
La costante presenza fra i primi del Campione del Mondo, nonché vincitore uscente, Ferdi Kubler, d'altronde, obbligava chi voleva vincere di tentare di staccarlo, o nell'eventualità di un arrivo in volata, di anticiparlo. Ed infatti, allo sprint arrivarono in sette (il francese Vernajo, esausto, si lasciò andare negli ultimi trecento metri), e qui, il belga Storm cercò di sorprendere l'iridato svizzero, ma non vi riuscì e fu passato anche dai connazionali Ockers e Impanis.
Per Kubler dunque, una doppietta, che nella Freccia Vallone aveva il solo precedente di Kint (che poi trasformò in tripletta).
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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