Fabio Balzi

Nato a Brescia il 16 agosto 1971. Passista veloce. Professionista da maggio a dicembre 1998, senza ottenere vittorie.
Strana la storia di questo bresciano buon mattatore nelle categorie giovanili che, però, non ha mai trovato sufficienti crediti nel mondo professionistico, in un'epoca dove il ciclismo iniziava ad implodere, grazie ad uno smisurato potere dell'UCI e del conseguente stato comatoso, di quelle federazioni nazionali (la belga esclusa) che han fatto la storia di questo sport. E col nuovo ciclismo, progressivamente orrendo agli occhi di chi scrive, passare nell'elite della disciplina era già diventato un eufemistico "terno al lotto". Resta il fatto, che il corridore Fabio Balzi, Campione d'Italia fra gli allievi nel 1987, vincitore e/o piazzato di grandi prove nella sua lunghissima permanenza fra i dilettanti o elite senza contratto, al professionismo, che un tempo avremmo potuto definire "vero e proprio", passò solo nel maggio del 1998, a quasi 27 anni. Già bruciacchiato da una categoria che va comunque vista come propedeutica al vero pedale, checché ne dicano o scrivano taluni osservatori, il percorso da prof di Fabio, non è stato fallimentare: perché arrivava sempre, magari con piazzamenti non di evidenza, ma arrivava; perché corse un buon Regio Tour (24°), finì il Giro di Svizzera (74°) e mostrò la volontà di uno che è ancora disposto ad imparare, nonostante l'età. A fine anno però, rimase disoccupato, ed intelligentemente decise di smettere.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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