Davide Cassani

Nato a Faenza (RA) il 1° gennaio 1961. Passista scalatore. Alto 1,73 m. per 65 kg. Professionista dal 1982 al 1996 con 28 vittorie.
Un giorno Pino Roncucci, storico nocchiero del GS Lambrusco Giacobazzi, squadra nella quale Davide militò fra i dilettanti, ci disse: "Dal nostro gruppo sportivo sono arrivati al professionismo tanti corridori, ma se dovessi dire chi mi ha sorpreso di più nella massima espressione del ciclismo direi senza dubbio Cassani. Fra i dilettanti era uno dei tanti e pareva pure non dotato di quelle qualità che possono farti fare il salto nei risultati. Invece, è diventato non solo una grande spalla fra i prof, ma pure un corridore all'occorrenza vincente. La sua serietà e la sua intelligenza hanno vinto su tutta la linea". Bene, qui ci sta un sunto perfetto di quel che è stato Davide Cassani da corridore, prima di dimostrarsi in TV sui medesimi presupposti che lo hanno fatto, comunque, atleta evidente. Non un grande dilettante, poi un professionista che, pian piano, da gregario tuttofare, s'è trasformato in tattico, in pilota per i suoi capitani, nonché ambasciatore in corsa dei suoi direttori sportivi (su tutti Giancarlo Ferretti) ed Alfredo Martini, nella lunga stagione in azzurro di Davide. Passò professionista nel 1982, a 22 anni, nelle file della Termolan di Bruno Reverberi. Per un lustro si spese a guadagnarsi il pane da gregario, con una passione incredibile verso lo sport della bicicletta, lui che sapeva giocare molto bene pure a calcio e, forse, pure questa versatilità lo ha aiutato. Arrivò in uno squadrone come la Carrera, dopo aver vinto solo un paio di circuiti, ma già azzurro, perché Martini intuì presto quanto il faentino di Solarolo, fosse bravo per la squadra. Anche nella Carrera non si distinse per risultati personali, ma cementò le sue capacità, le medesime per le quali, nel 1988, fu assunto dalla Gewiss-Bianchi. Tornò in azzurro, favorendo non poco l'acuto che portò Fondriest ad entrare nel terzetto che poi si giocò il successo a Renaix, e lui il serio e buon Cassani, dovette aspettare il 1989, per tornare al successo in una tappa del Guglielmo Tell. Insomma, ancora niente di particolare. Poi, a trent'anni, la svolta col passaggio all'Ariostea di Ferretti. Qui, senza i capitani designati sulla carta, ma sulla strada, da perfetta filosofia del quasi concittadino sull'ammiraglia, trovò la possibilità di esprimersi anche lui e di far vedere più spesso, anche per sé, quei distinguo di valenza che aveva mostrato in azzurro. Nacque lì un nuovo corridore: sempre peculiare per Martini, ma pure vincente per il suo personale palmares. Nel '90 vinse una classica come il Giro dell'Emilia (che vincerà poi anche l'anno seguente e nel '95), nonché la Coppa Bernocchi. Fra gli 8 successi del 1991 e il gran ruolo azzurro, ruppe il ghiaccio anche al Giro d'Italia, vincendo la tappa di Prato. Notevoli pure i successi alla Milano-Torino e nel Trofeo dello Scalatore. Nel '92 fra le altre vittorie, colse il GP di Camaiore e il Giro di Campania, ma si distinse pure per una bella serie di piazzamenti di prestigio, che lo portarono a chiudere 3° la classifica di Coppa del Mondo, mentre nel 1993, rivinse a Lumezzane una frazione del Giro d'Italia. Nel 1994, con la chiusura della Ariostea, gran parte della "banda Ferretti", Davide compreso, si trasferì alla GB-MG, ma non cambiarono ruolino e condotte del corridore di Solarolo. Fece sua anche una corsa a tappe, come il Giro del Mediterraneo dove duellò a lungo, con l'enfant prodige belga, Frank Vandenbroucke. Nel '95 sfiorò in primavera il successo nell'Amstel Gold Race, beffato dallo svizzero Gianetti. Si rifece, vincendo la Coppa Sabatini e il massimo per la propria terra, ovvero il Giro di Romagna e l'ormai per lui tradizionale Giro dell'Emilia. Nel 1996 passò alla Saeco, ma problemi fisici gli impedirono di proseguire la carriera.
Il suo ruolino partecipativo ci dice che ha partecipato a 11 Giri d'Italia (1982: 40º - 1983: 37º - 1984: ritirato - 1985: 54º - 1986: 35º - 1987: 43º - 1988: ritirato - 1989: ritirato - 1991: ritirato - 1992: 105º - 1993: 66º) 8 Tour de France (1985: ritirato - 1986: ritirato - 1990: 80º - 1991: 112º - 1992: ritirato - 1993: 105º - 1994: 108º - 1995: 112º) a 9 Campionati del Mondo (Giavera del Montello 1985: ritirato - Ronse 1988: 7º - Chambéry 1989: ritirato - Utsunomiya 1990: ritirato - Stoccarda 1991: 9º - Benidorm: 1992: ritirato - Oslo 1993: ritirato - Agrigento 1994: 15º - Duitama 1995: ritirato).
Nel dopo carriera è divenuto commentatore tecnico per la Rai, ruolo che ha svolto con grandi capacità, fino ad ergersi icona storica nel ruolo, per la puntualità e pertinenza dei suoi interventi. Poi, a fine gennaio 2014, è stato chiamato a fungere da Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di ciclismo elite, ed è subito diventato, per il suo modo di lavorare potremmo dire unico, il perno stesso del pedale italiano.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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