Dove sarà la bici di Mauro Pizzoli?

di Marco Pastonesi

Era un vincente. Corridore completo: forte in salita, solido sul piano, veloce in volata. Correva per la Ciclistica Felsinea, maglia viola, strisce verticali, ma anche con altre maglie, strisce orizzontali. Dimostrava più anni di quelli che aveva, ma questo succedeva spesso a quei tempi, e succede ancora ai corridori. Lo chiamavano "Pzulein".

Mauro Pizzoli, "Pzulein", era nato l'11 dicembre 1924 a Castel Maggiore, appena a nord di Bologna, dove mezzo secolo più tardi sarebbe andato ad abitare Alex Zanardi. La scuola fino alle elementari, poi il lavoro da falegname, sempre l'amore per la bicicletta e la passione per il ciclismo, i dorsali e le corse, le fughe e le vittorie, infine la guerra. Era così legato alla sua bici che un malinconico giorno "Pzulein", a malincuore, la lubrificò, la avvolse in sacchi di carta e la interrò per nasconderla ai tedeschi. Non la recuperò più.

Pizzoli prestò il servizio militare nel genio dal 26 agosto all'8 settembre 1943, poi fu partigiano nel terzo Battaglione Ciro della prima Brigata Irma Bandiera Garibaldi come comandante di plotone. Il 28 ottobre 1944 andò in missione: con quattro compagni entrò in una casa colonica in via delle Fonti, a Corticella, oggi un rione di Bologna, con l'obiettivo di liberare del bestiame requisito dai tedeschi nelle stalle dei contadini. Ma l'operazione si rivelò fatale: sorpresi dai soldati tedeschi, furono catturati. Due partigiani riuscirono a fuggire, invece "Pzulein", Renato Bartolini e Valentino Zuppiroli vennero condotti nel comando militare di Sant'Anna (oggi l'Istituto agrario Serpieri in via Peglion), a Bologna, e lì torturati, poi riportati in via delle Fonti, e il giorno dopo, il 29 ottobre, impiccati ai fili del tram e lasciati esposti per terrorizzare la gente. Il giorno seguente le madri, con un furgoncino a pedali, riuscirono a portare via i corpi dei loro figli, forse aiutate da una delle guardie, impietosita.

Mauro Pizzoli è sepolto nel Monumento Ossario ai caduti partigiani della Certosa di Bologna, è ricordato nel Sacrario di piazza Nettuno e in un monumento ai quattro caduti, da un centro diurno comunale per anziani, oltre che da una società ciclistica e da un trofeo ciclistico, nato subito, nel 1945, e con un albo d'oro sensazionale: fra gli altri, Silvano Ciampi nel 1951 e nel 1956, Gastone Nencini nel 1952, le doppiette consecutive di Meo Venturelli nel 1957 e 1958 e di Livio Trapè nel 1959 e 1960, e ancora Enrico Guadrini nel 1970, Andrea Ferrigato nel 1990, Samuele Schiavina nel 1993, Giampaolo Mondini nel 1995, fino a Vincenzo Nibali nel 2004.

Oggi a Bologna c'è un centro sportivo intitolato a Mauro Pizzoli, in via Zanardi, nel quartiere Navile. Qui operano la polisportiva Hic Sunt Leones (calcio, pugilato, arti marziali, danza) e la squadra di rugby Cinghiali del Setta. Mauro Pizzoli - dove sarà la sua bici? - sarebbe fiero di loro.

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