Nedo Logli da Prato

Nedo Logli, nato a Prato nel 1923, è stato un buon ciclista. Piccolo di statura, carnagione olivastra, era un passista veloce che sapeva, all'occasione, difendersi anche in salita. Faceva parte di quel gruppo di corridori pratesi che erano passati al professionismo durante la guerra o subito dopo e tentavano di emulare Aldo Bini, altro pratese classe 1915, che era famoso per il suo talento e la sua bizzarria. Del gruppo, oltre a Logli, facevano parte Fiorenzo Magni, anche se poi sarebbe diventato monzese di adozione, Giulio Bresci, i fratelli Sergio e Luciano Maggini nonché un siciliano trapiantato stabilmente a Prato dal 1940, Giovannino Corrieri.
A vent'anni, nel 1943, Nedo Logli, ancora dilettante, vinse il Giro dell'Emilia, corsa promiscua con i professionisti come imponevano le difficoltà derivanti dalla guerra.
Nel 1946 staccò la licenza da "indipendente" e trovò un ingaggio alla Welter, vinse la Coppa Placci, valida come prova unica per l'assegnazione della maglia tricolore della categoria, e poi si impose nella sua Prato nella prima edizione del Gran Premio Industria e Commercio.
L'anno dopo, sempre in maglia Welter, si improvvisò anche pistard e giunse secondo nel campionato italiano di mezzofondo dietro motori.
Poi passò per due stagioni all'Arbos. Nel 1948 vinse la tappa Bari-Napoli del Giro d'Italia, davanti al suo conterraneo Fiorenzo Magni, e fu dodicesimo nella classifica finale.
Il 1949 fu la sua migliore stagione. Vinse la Tre Valli Varesine e il già citato Circuito di Lodi, fu secondo alla Bernocchi, nono nella classifica finale del Giro e terzo nel Giro di Lombardia dietro Coppi e Kubler. Nella "Desgrange-Colombo", la famosa classifica internazionale a punti che premiava il miglior ciclista della stagione, stravinta da Fausto Coppi, risultò addirittura quarto.
Gli ottimi risultati ottenuti nel 1949 indussero i responsabili della Ganna ad offrirgli un buon contratto per il 1950. La casa varesina, che era tornata alle corse nel 1949 portando alle gare italiane un gruppo di corridori stranieri, intendeva formare una squadra di buon livello da schierare in tutte le maggiori corse. Tra gli altri furono ingaggiati anche Aldo Bini ed il giovane e promettente Donato Zampini di Saronno. Se Zampini poteva costituire una incognita per l'inesperienza, Aldo Bini, il "duca di Montemurlo", aveva ormai trentacinque anni ed un talento pari alla sregolatezza. Nedo Logli si trovò così ad essere l'uomo di punta della formazione biancoblù.
Il piccolo corridore pratese sembrò dare subito ragione alle scelte dei suoi nuovi dirigenti, infatti alla Milano-Sanremo sfiorò quel successo che avrebbe coronato tutta una carriera. Giunse secondo, alle spalle di un incredibile Bartali trasformatosi, per l'occasione, in uno sprinter irresistibile.
Il resto della stagione di Logli, malgrado un quarto posto nel campionato italiano, non fu però esaltante e, nel 1951, con l'arrivo alla Ganna di Fiorenzo Magni, dovette rassegnarsi al ruolo di gregario, trovando comunque il modo di ottenere un brillante quinto posto nella Freccia Vallone.
Nel 1952 tornò alla Welter e, con la maglia bianco viola della squadra del commendator Tagliabue, vinse una tappa e la cronosquadre al Giro dell'Argentina. A fine stagione vince l'ultima prova (a Valleceppi) del campionato italiano indipendenti. Nel 1953 è ancora in sella, ma i risultati non sono particolarmente significativi e a fine stagione abbandona l'attività agonistica a soli 30 anni.
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