Paola Leoni e Marino Morettini

Paola Leoni e Marino Morettini

Nel santuario della Madonna delle Lacrime di Treviglio, Marino e Paola salgono i gradini dell'altare ed il loro "si" è benedetto da Mons. Pietro Cazzulani. Testimoni di nozze Antonio Maspes e Davide Cefis per lo sposo, il comm. Dino Capellaro e Ilario Caspani per la sposa. Alla cerimonia religiosa fa seguito quella......... culiaria, che si tiene al ristorante "Le Cascate" di Cassano d'Adda. Non c'è troppo tempo per festeggiare. Il giorno dopo Marino è atteso a Parigi per la rivincita dei Mondiali. Così la prima notte di nozze i due sposini sono in viaggio, in un vagone letto, costretti a dormire separati: Marino con il gruppo dei ciclisti, e la sposina rigorosamente sola. E al mitico Parco dei Principi, Marino Morettini si presenta tonico e pimpante quanto basta per bruciare la concorrenza e aggiudicarsi la prova. E' il primo dono di nozze che Marino fa a Paola

Paola e Marino

Paola Leoni, un 'avvenente fanciulla sedicenne, varco la soglia della bottega di Angelo Polloni, che in città è circondata di un'aura di rispetto come ritrovo, anzi, sancta sanctorum, di corridori ciclisti.

Paola chiede al titolare se può lasciare la sua bicicletta da accomodare: c'è un pedale che scricchiola e la catena che gratta contro il carter. Ma Polloni è indaffarato a disquisire di corse e invita la biondina a passare da lui la settimana prossima. Nel negozio c'è anche Marino Morettini che, prontamente, bisbiglio in un orecchio del Polloni chi fosse quella bella ragazza. Risposta lapidaria e un po' seccata: "La a mìa be per te" (Non va bene per te). Figurarsi se Morettini, esuberante com'è, si lascia intimorire da quelle schiette parole in vernacolo del Polloni. Morettini segue con gli occhi quella fascinosa e slanciato figura che si stempera pedalando lungo via Portalupi. Quando non ne distingue più la sagoma, inforca una bicicletta e la rincorre. Immaginarsi se lui, campione di ciclismo, fa fatica a tenere la ruota di quella graziosa ragazza. Giunti in prossimità' della Geromina, Paola si gira per attraversare la strada e scorge il giovanottone."Signorina, mi chiamo Marino, corro in bicicletta... Domenica c'è una gara a Treviglio, se lei vuole venire a vedermi...". "Non so se mia mamma mi lascia. Mi scusi, ora devo andare", si congeda Paola un po' impacciata.

Il giorno dopo, la signorina Leoni confida alla sua amica, Mariuccia Casiroti, che un giovanotto le ha messo addosso gli occhi e che domani corre al circuito degli assi proprio a Treviglio. E così Mariuccia e Paola vanno a vedere la corsa. Marino, ma guarda un po', mette la suo ruota davanti a tutti. Nel corso del giro d'onore arresta la bicicletta proprio davanti a quella bella fanciulla della Geromina e le consegna il mazzo di fiori, un pò come fanno i toreri nelle arene con le rose rosse e le orecchie del toro matato. Ma quell'omaggio floreale è accompagnato da uno sguardo che è una raccolta di implorazioni, uno sguardo pieno di missive. Il viso niveo della povera Paola in un amen diventa rubescente. Tutto attorno, la gente la fissa. L'indomani all'ora vespertina, davanti alla fabbrica della MTE nella quale fatica Paola (considerata una brava e diligente disegnatrice di stoffe), si presenta Marino. Un sorriso e gli occhi s'incrociano:il cuore palpita ma non conosce incertezze, non importa se "non so se mio mamma mi lascia E' l'inizio della love story del pistard e della sartina.


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