Davide Rebellin appende la bici al chiodo

Classe 1971, Davide Rebellin, dopo "appena" 31 stagioni da professionista appende la bici al chiodo.
Già in luce a livello internazionale da juniores e dilettante, dopo le Olimpiadi del 1992, vinte dal compagno Casartelli, approda tra i professionisti.
Dopo i primi anni di ambientamento, dove comunque non mancano le vittorie, nel 1996 firma un grande Giro d'Italia, in cui vince una tappa, veste a lungo la maglia rosa e termina al sesto posto.
Abbandona presto l'idea di curare la classifica nei GT ed infila l'accoppiata San Sebastián e Campionato di Zurigo nel '97, entrambe prove di Coppa del Mondo.
Negli anni successivi mette a referto una Tirreno - Adriatico, tappe a Paesi Baschi e Parigi - Nizza e diverse semi-classiche italiane, mentre nelle classiche internazionali non riesce ad andare oltre a due podi alla Liegi e uno al Lombardia.
Quando pare intrapresa la parabola discendente, nel 2004 si rende autore di una tripletta da urlo nelle Ardenne: Amstel, Freccia e Liegi. Nella gara olandese brucia il padrone ed idolo di casa Boogerd; alla Freccia stacca sul tremendo Muro di Huy corridori del calibro di Di Luca, Scarponi, Vinokourov, Klöden e Vandenbroucke; infine alla Doyenne beffa ancora Boogerd, Vinokourov e Samuel Sanchez. È la settimana magica della sua carriera e riesce in un'impresa sensazionale, mai raggiunta da nessuno. Incredibilmente non viene convocato per il Mondiale di Verona da Franco Ballerini, con il quale entra in conflitto; i due si riappacificheranno e Rebellin diventerà un regista in corsa fondamentale per le vittorie della Nazionale del compianto C.T. toscano.
Nelle stagioni successive colleziona buoni piazzamenti nelle stesse classiche del nord e al Lombardia e vittorie di "seconda fascia", mentre nel 2007 fa il bis alla Freccia davanti a Valverde e Di Luca e nel 2008 mette le mani pure su una combattutissima Parigi-Nizza.
Nel 2008, all'età di 37 anni, conquista l'argento ai Giochi di Pechino dietro a Samuel Sanchez e davanti a Cancellara.
Nel 2009 cala il tris sul Muro di Huy, precedendo Andy Schleck, Cunego, Samuel Sanchez, Evans, Valverde e una concorrenza eccellente, sintomo della estrema professionalità e del valore dell'atleta, ancora sulla cresta dell'onda contro l'elite mondiale. La positività al CERA risalente ai Giochi dell'anno prima lo priva poi di due anni di attività e della medaglia olimpica; sarà assolto nel 2015 per l'insussistenza del fatto.
Torna a correre nel 2011 quasi 40enne e continua a mietere successi in gare italiane, ma nessuna squadra importante si fida più e la sua diventa un'ingiustamente schernita rincorsa al contratto, in realtà ampiamente giustificata dalla volontà e soprattutto dai risultati sulla strada.
Poche parole e tanti fatti; corre in squadre polacche, kuwaitiane, algerine e slovene, prendendo parte a corse di seconda fascia del calendario UCI. L'ultimo successo pesante sarà la Coppa Agostoni 2015, dove supera Nibali in volata alla giovane età di 44 anni. L'ultimo successo in una corsa del calendario UCI è in Algeria nel 2018.
Il 16 ottobre 2022 chiude la carriera a casa sua, alla Veneto Classic.
©2002-2023 Museo del Ciclismo Associazione Culturale ONLUS - C.F.94259220484 - info@museociclismo.it - Tutti i diritti riservati

I dati inseriti in archivio sono il risultato di una ricerca bibliografica e storiografica di Paolo Mannini (curatore dell'Archivio). Le fonti utilizzate sono svariate (giornali, libri, enciclopedie, siti internet, archivi digitali e frequentazioni sui vari Forum inerenti il ciclismo). Chiunque desideri contribuire alla raccolta dei dati, aggiunta di materiale da pubblicare o alla correzione di errori può farlo mettendosi in contatto con Paolo Mannini o con la Redazione.

Preferenze Cookies - Privacy Policy