Alfonso Calzolari - dal 1915 alla fine dalla carriera agonistica

Nel 1915 scoppiò la Prima Guerra Mondiale e Alfonso Calzolari venne arruolato in Fanteria, nel servizio di Sussistenza. La sua attività divenne forzatamente sporadica ed in quell'anno, sempre con la Stucchi, fu nuovamente 10° alla Milano-Sanremo, 6° nel Giro dell'Emilia, 24° nella Milano-Torino ed infine 9° nel Giro di Lombardia. La parentesi bellica trascorse nonostante le angosce e le inevitabili incertezze per il futuro e l'asso vergatese tornò alle corse sul finire del 1918, piazzandosi 3° nel Giro dell'Emilia, la "sua" gara che lo vide successivamente classificarsi 6° nel 1919, 9° nel 1920 e 12° nel 1921. Alla Milano-Sanremo fu invece 14° nel 1920, 14° nel 1921 e 28° nel 1924. Provò a tornare protagonista anche al Giro d'Italia: nel 1919 fu secondo nella prime due tappe (Trento e Trieste), 8° nella terza (Ferrara), 11° nella quarta (Pescara), 6° nella quinta (Napoli) e 10° nella sesta (Roma). Fu però costretto al ritiro il giorno successivo nella Roma-Firenze. Le forze di "Fonso" erano ormai al lumicino e le sue performances nell'amato "Giro" persero gradualmente di consistenza: nel 1920 si piazzò 7° a Torino, nella prima tappa, ma abbandonò subito dopo. Nel 1921 concluse le tappe di Merano e Bologna al 24° ed al 14° posto, ma proprio a Bologna, alla partenza della terza tappa, dichiarò forfait e quella fu l'ultima volta che figurò tra i partecipanti al Giro d'Italia, la corsa che lo aveva reso famoso. Nel 1919 una brutta foruncolosi contratta a febbraio, durante un periodo di allenamento sulla Riviera Ligure, minò gravemente la sua salute e influì sulle sue future prestazioni sportive. Nel 1920 fu 11° nel Giro del Piemonte e 19° nella Milano-Torino, prima di riportare una ferita ad una mano in seguito di un incidente automobilistico. Nel 1921, l'ultimo anno in cui indossò la gloriosa maglia della Stucchi, si piazzò 17° nella Milano-Modena. Dopo una pausa di due anni, Calzolari si riaffacciò alle gare nel 1924, da appartenente alla categoria degli "Isolati", con risultati scarsi come un 20° posto al Giro del Piemonte ed il 44° posto nella classifica finale del Campionato Italiano Professionisti. Troppo poco per il suo orgoglio e alla fine di quello stesso anno arrivò l'addio definitivo al ciclismo agonistico.
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