Storia di un campione ..... Felice Gimondi

Campione completo, eccellente sul passo, in salita e anche in volata, soprattutto quando le corse erano selettive, Felice Gimondi vanta un palmares pari a quello dei grandissimi e questo conferma il carattere e la combattività di questo ciclista che si è trovato a correre nel periodo migliore di Eddy Merckx.
Avvicinatosi al ciclismo intorno ai diciotto anni, Felice Gimondi inizia a correre nell'U.S. Sedrianese, squadra per cui milita anche da dilettante. Proprio in questa categoria lascia intravedere il suo talento vincendo il Tour de l'Avenir nel 1964, una sorta di piccolo Tour de France per corridori dilettanti. L'anno successivo passa al professionismo nelle file della Salvarani e partecipa alla Grand Boucle come spalla di Vittorio Adorni . Dopo il ritiro del suo capitano il giovane bergamasco conquista la maglia gialla e, dopo aver resistito agli attacchi di Raymond Puolidor sul Mont Ventoux, legittima il proprio successo con la vittoria nella cronometro di Versailles. In carriera al Tour non si è mai più ripetuto, pur avendo ottenuto il secondo posto nel 1972.
La rivalità che oppone il campione italiano al "cannibale" Eddy Merckx si estende per tutta la carriera di Gimondi che, nonostante molte volte sia costretto a soccombere, riesce a ritagliarsi spazi per grandi successi. Comincia già nel 1966 quando, dopo la Parigi-Roubaix, conquistata con una coraggiosa fuga, e la Parigi-Bruxelles, Felice si impone in volata, proprio davanti al belga, al Giro di Lombardia. L'appuntamento con il Giro d'Italia nel 1967 è coronato dal successo in classifica generale, decisa, dopo le incertezze delle prime fasi, dall'attacco di Gimondi nella penultima tappa, alla Madonna del Ghisallo. Le sue doti di resistenza e ottimo recupero consentono all'italiano di battere l'ormai vecchio Jacques Anquetil .
Il duello con Merckx si ripresenta al Giro dell'anno successivo. Gimondi è forte del recente successo alla Vuelta di Spagna, ma questa volta ad avere la meglio è Merckx, che si aggiudica tre tappe tra cui quella decisiva alle Tre Cime di Lavaredo. Il 1968 si chiude per Gimondi con una maglia di campione italiano e con il sesto posto nel Mondiale di Imola vinto da Adorni. Anche negli anni successivi terreno privilegiato dello scontro Gimondi-Merckx e la corsa a tappe italiana: nel 1960 il bergamasco vince dopo la squalifica per doping del belga.Questi però si prende la rivincita l'anno successivo. Il Campionato del Mondo di Mendrisio (1971) si decide nuovamente in volata tra i due e Gimondi è ancora una volta costretto al secondo posto.
Dopo una nuova sconfitta al Giro del 1973, Gimondi, passa alla Bianchi-Campagnolo. Il Campione italiano in carica conduce una gara tranquilla sul colle di Monjuich, a Barcellona, sede del Mondiale. Nella volata finale risulta quindi più fresco degli avversari e batte il veloce belga Freddy Maertens oltre al solito Merckx. Con la maglia iridata sulle spalle, nel 1974, Gimondi vince finalmente la tanto inseguita Milano-Sanremo, staccando i velocisti con una fuga ai 25 km dal traguardo. Prima di chiudere la sua vittoriosa carriera, costellata di brevi gare a tappe e prove in linea del calendario italiano e internazionale, il campione di Sedrina conquista il suo terzo successo al Giro d'Italia nel 1976, anno in cui realizza la doppietta anche alla Parigi-Bruxelles. Si ritira dall'attività agonistica nel 1978.
Felice Gimondi continua a operare nel mondo del ciclismo con un ruolo dirigenziale nella Bianchi, società che lo ha sponsorizzato da corridore, ed è stato al fianco di Marco Pantani nei suoi successi al Giro e al Tour.
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