Storia di Remo Rosetti

Remo Rosetti è il primo corridore romagnolo a vincere il campionato italiano dilettanti su strada. Nato nel 1919 emigra assieme alla famiglia alcuni anni dopo in Francia. Stabilitosi a Lione inizia l'attivitò agonistica fiancheggiato dal padre appassionato della bicicletta. Le sue prime gare come allievo risalgono al 1937 anno in cui ottiene diversi ottimi piazzamenti conquistando brillantemente, verso la fine della stagione, il campionato del Lionese dopo aver staccato di forza tutti gli avversari. Atleta resistente e caparbio si distingue per il suo modo di gareggiare: fin dal via piega la testa sul manubrio, mulina le gambe come un forsennato e non si rialza finché la gara non si conclude. In più di un occasione la sua intraprendenza ha esito positivo, infatti, nel corso della carriera, conquista vittorie con fughe anche di cento chilometri. Nel 1938 passa alla categoria dilettanti imponendosi all'attenzione per potenza di mezzi e continuità di rendimento. Si aggiudica 15 gare tra le quali: G.P. de Guiseaux (per la prima volta con la maglia dell'Unione Atletica Italiana di Lione), G.P. de Champagne (traguardo in salita), G.P. Charles e G.P. S.Genis Laval. Nel mese di agosto viene in Italia per trascorrere una breve vacanza, ma la sua attività non conosce soste. Partecipa al G.P. Masetti di Bologna avversato dal maltempo riuscendo a prevalere nettamente su De Santi e Lazzarini, campione italiano indipendenti. Torna in Francia ed inizia la stagione 1939 con un ottimo 2° posto nel G.P. Guiseaux per dilettanti, indipendenti e professionisti. Successivamente vince il G.P. di Mont Luchon ma a settembre la sua carriera subisce una brusca frenata. Suo padre è stato invitato a naturalizzarsi francese ma rifiuta energicamente e gli viene ordinato di lasciare la Francia entro otto giorni con l'intera famiglia. Remo rientra così in Italia a Forlì dove agli inizi del 1940 entra a far parte della locale sezione ciclistica della G.I.L. Hanno molta fiducia in lui e Remo conferma i suoi ottimi mezzi sia sul passo che in salita. Il 24 giugno 1940 a Roma ottiene la vittoria più ambita: una volata impetuosa gli vale la conquista della maglia tricolore di campione italiano dilettanti. Nel 1941 con Doro Morigi e Vito Ortelli viene inserito nella ristretta cerchia dei dilettanti scelti che possono partecipare anche a gare riservate agli indipendenti e professionisti. La Bianchi gli ventila un eventuale passaggio tra i professionisti, che però viene impedito dal precipitare degli eventi bellici. Nel dopoguerra il caparbio forlivese ritorna all'agonismo gareggiando anche in pista, ma i risultati non sono più quelli di un tempo.
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