Storia di Filippo Pozzato

Filippo nasce a Sandrigo il 10 settembre 1981, da mamma Franca e papà Carlo. Sogna di fare il giocatore di Hockey a rotelle e di entrare a far parte della squadra del suo paese che al tempo militava in A1. Non lo sfiora l'idea di poter diventare un corridore, finchè un giorno del 1990, rimane folgorato da una gara per giovanissimi che si disputa proprio a due passi da casa sua. Senza esitare, il giorno dopo si fa accompagnare da papà Carlo nella sede della società e si iscrive al G.S. SandrigoSport. Andare in bici gli piace tantissimo, tanto che inizia subito a correre, riuscendo a vincere pure una corsa. Nel 1994 passa tra gli esordienti, ma sfortunatamente a causa di una caduta, la sua stagione non è delle migliori. Passato tra gli allievi ricomincia a vincere, laureandosi Campione Regionale il primo anno e continuando poi l'anno successivo con 12 successi tra i quali il titolo italiano su strada battendo Damiano Cunego.
Lentamente cresce in lui la consapevolezza che il ciclismo forse può essere la sua vita e la conferma la ottiene l'anno successivo. Nel 1998, infatti, dopo ben 10 vittorie, un titolo italiano nell'inseguimento individuale ed a squadre ed il primo posto nella cronometro su strada, arriva la tanto attesa chiamata in nazionale; inizia con la pista, una specialità che ha sempre amato; nell'inseguimento a squadre riesce a conquistare una medaglia d'argento, perdendo la finale contro l'Australia dell'amico Allan Davis.
Ma il momento magico arriva a breve; Davide Balboni, tecnico della Nazionale, lo porta a Valkenburg in Olanda in compagnia di Bennati, Boggia, Tosoni e Anzà per i Campionati del Mondo su strada Juniores. Nella cittadina olandese ai confini con il Belgio coglie un bronzo nella cronometro individuale di categoria, battuto dal compagno di squadra Fabian Cancellara e da Torsten Hiekmann (Telekom) ed un argento nella prova in linea, preceduto da Mark Skenlon.
Terminato un '98 splendido, il '99 dal punto di vista agonistico è un anno di transizione. Giungono altri 10 successi, tra i quali il "Trofeo Buffoni", ma non riusce a ripetere l'exploit Mondiale dell'anno precedente.
Al Mondiale di Verona, infatti, rinuncia alla prova a cronometro per concentrarsi esclusivamente sulla strada; in corsa però, rimane bloccato in gruppo per rispettare e proteggere il tentativo di fuga del compagno di nazionale Cunego che si laurea Campione del Mondo. Durante il Mondiale viene contattato da Mapei; ha solo 18 anni ed una delle migliori squadre professionistiche del mondo lo cerca; è un'emozione unica. E' lusingato della proposta che i manager della Mapei gli propongono, ma nello stesso tempo è spaventato dal passaggio al professionismo accanto a corridori che ha visto solo su carta! Ma non si tratta di un salto nel buio. Le garanzie che riceve su una crescita graduale, senza stress e la serietà dei vertici Mapei e del dottor Squinzi, con il quale ha un colloquio, lo spingono a prendere una decisione che ai più pare una follia: passare prof senza fare il dilettante. Non ascolta più di tanto le critiche e nel 2000 inizia così la sua esperienza tra i professionisti con la MAPEI - Quick Step.
I primi tempi non sono certamente facili; paradossalmente però sono proprio i grandi Campioni della squadra, Bartoli, Museeuw, Zanini che lo aiutano ad integrarsi all'interno del team, facendolo ben presto sentire uno di loro. Sono importanti anche i tecnici della squadra che lo aiutano molto a capire che deve solamente fare esperienza senza l'assillo del risultato. Nel 2000 partecipa a diverse corse ma senza risultati di rilievo. Anche il 2001 è un anno di apprendistato. La voglia però di essere tra i protagonisti cresce, anche perché nel contempo aumenta la caratura delle gare alla quali prende parte. Infatti fa per la prima volta conoscenza con il pavè del Belgio nella Gand-Wevelgem e in altre gare internazionali. ma gli manca sempre una cosa, la vittoria. Il 2002 inizia con una novità in casa Mapei. Viene infatti affiancato al "Top Team" un "Gruppo Giovani" che dovrà svolgere attività di GSIII (corse minori del calendario UCI). Al momento vive il passaggio dal Top Team al Gruppo Giovani come una sorta di sconfitta, anche se di fatto rimane un uomo Mapei. In seguito invece si sente più responsabilizzato; è come un capitano dal quale i compagni si aspettano le vittorie e il primo successo da prof non tarda molto; il 22 febbraio vince infatti la cronometro individuale della Vuelta a Cuba che gli permette di vincere anche la Classifica Finale.
Il 10 marzo partecipa al Gran Premio di Brissago; fuga e vittoria in solitaria, come ha sempre desiderato; il suo magico marzo continua al Tour de Normandie, gara nella quale vince 4 tappe, tutte in modo diverso; a cronometro, in fuga solitaria, con un gruppetto ed in volata. Sull'onda dell'entusiasmo delle sue vittorie e di quelle dei suoi compagni, sale sul gradino più alto del podio anche al Tour du Lac Leman ed al Giro di Slovenia nel quale si impone in due tappe; le buone prove a cronometro lo spingono a preparare con puntiglio i Campionati nazionali di specialità a Treviso. Sulla sua strada trova purtroppo un Dario Frigo in grande condizione e deve accontentarsi di un secondo posto. Smaltita la delusione, a luglio, dopo la vittoria nel cronoprologo del Giro di Boemia, il suo bottino è già molto ricco ma non si ferma. In agosto prepara bene il Tour de l'Avenir, la corsa che ha lanciato talenti del calibro di Bernard Hinault, Laurent Fignon e Miguel Indurain. La Mapei sbarca in Francia con uno squadrone composto da Petrov, Gasparre, Eisel, Cheula, Sinkewitz e Pozzato. Il 9 settembre vince la prima tappa, la cronometro di Saint - Grégoire ed indossa la maglia gialla che contraddistingue il leader della classifica. Alla vittoria nella prima tappa segue il successo nella 5° frazione, la Vatan - Saint-Armand-Montrond, mentre il compagno Evgueni Petrov vince la classifica finale. Con lo stesso Petrov vince poi il Duo Normand a fine settembre.
Basterebbe questo, forse, per terminare la stagione nel migliore dei modi; invece l'anno gli riserva un'altra sorpresa, la convocazione in Nazionale da parte del C.T. Franco Ballerini per disputare la cronometro individuale elite! Dopo la buona prova ai Campionati Italiani di specialità, Ballerini ha iniziato a seguirlo e a fargli credere nel progetto Zolder. Arriva al Mondiale ben preparato, con la convinzione di poter far bene ed ottiene un discreto 14° posto. Nel 2003 passa alla Fassa Bortolo e l'inizio è con il botto; vince in rapida successione Trofeo Laigueglia, Trofeo dell'Etna, tappa e classifica finale della Tirreno-Adriatico. In primavera tira il fiato per ripresentarsi alla grande in estate, ma non va oltre la vittoria nel Trofeo Matteotti e non viene convocato in Nazionale per i Mondiali su strada a cui teneva moltissimo. Nel 2004, dopo il bis nel Trofeo Laigueglia, partecipa alle gare di Coppa del Mondo senza risultati di rilievo. In estate è al via del Tour de France con grande speranze, dopo che il CT Ballerini lo ha inserito nei probabili olimpici per Atene. Il 10 luglio nella tappa del Tour che si conclude a Saint-Brieuc, con un colpo di mano nel finale, anticipa due spagnoli in volata ed ottiene un grande successo. Ad agosto partecipa alla prova in linea ai Giochi Olimpici di Atene e conclude in 67° posizione ma l'obiettivo è raggiunto con l'alloro olimpico di Paolo Bettini.
Nel 2005 approda alla Quick-Step, la squadra dove milita il campione olimpico, e Filippo attraversa un periodo di crisi agonistica. Il culmine della crisi arriva nel giorno del Campionato Italiano su strada, nel mese di giugno, quando viene beffato allo sprint dal giovane neoprofessionista Enrico Gasparotto.
Tuttavia nella seconda metà della stagione si riscatta vincendo in successione la Classica di Amburgo, il Giro del Lazio e una tappa al Giro di Germania.
Il 2006 inizia alla grande per Filippo; il 18 marzo vince la Milano-Sanremo grazie anche alla tattica di squadra, nella quale Paolo Bettini e il campione del mondo Tom Boonen si sono calati nei panni di "gregari di lusso".
Non riesce ad essere più vincente nel resto della stagione, ma ottiene piazzamenti di rilievo come il 4° posto alla Gent-Wevelgem e il 13° al Giro delle Fiandre. A fine stagione si merita la convocazione per i mondiali di Salisburgo vinti dal compagno Bettini.
Per il 2007 cambia squadra e lo vedremo con la maglia della Liquigas.
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