La morte di Serse Coppi

Era il 20 giugno 1951. Ad un chilometro circa dal motovelodromo di Torino, dove si concludeva il Giro del Piemonte, Serse restò vittima di una caduta, assieme ad altri corridori. Si rialzò e proseguì sino al traguardo da dove, sempre in bici, raggiunse l'albergo della "Bianchi". Accusava una ferita all'occipite sinistro. Un'ora dopo venne colto da violentissimi dolori di testa; arrivò il dott. Gili, che già aveva curato Fausto nel mese di marzo e la prima sommaria visità non potè dare alcuna conclusione. Il medico pensò ad un disturbo, poichè nessun sintomo poteva destare preoccupazioni di sorta. Mezz'ora dopo Serse perse i sensi, e allora il medico dispose per il suo immediato ricovero in autolettiga alla clinica Sanatrix. Lo accompagnarono Fausto e Tragella. Venne chiamato d'urgenza il prof. Dogliotti in quanto il caso si annunciava grave. Si temeva l'emorragia e purtroppo l'apprensione dei sanitari si rivelava fondata; il professore dispose per la trapanazione del cranio e venne richiesto il sangue al banco delle Molinette, ma prima che l'intervento potesse avere luogo Serse spirava senza aver ripreso conoscenza, erano le 20.32.
Disperato, Fausto, dopo aver mormorato: "Aveva ragione la mamma: non avremmo mai dovuto correre. Non andrò al Tour", venne convinto, un paio di giorni dopo, ad affrontare la Grande Boucle. Era in condizioni morali e fisiche disastrose e fu il solo Tour non vinto tra i tre che affrontò.
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