Storia di Sante Ferrato

Inizia a correre nella primavera del 1921 tra i dilettanti della Società Ciclisti Padovani allora presieduta dal cav. Mingatti e monta una bicicletta Stucchi.
Dopo le prime corse da "libero" con mezzi di fortuna e con allenamenti approssimativi, come tutti i corridori dell'epoca, inizia una brillante carriera ciclistica incoraggiato dai successi ottenuti giorno dopo giorno. Nelle prime due stagioni, pur riuscendo a cogliere qualche bel successo, non brilla particolarmente; le cose però cambiano presto. Coglie infatti una vittoria molto significativa a Gorizia, dove s'impone con facilità dominando tutti allo sprint. Successivamente è chiamato in servizio militare nella caserma di Gorizia.
Il 1923 è per l'atleta l'anno della rivelazione, poiché si mette in luce come uno dei migliori dilettanti d'Italia. Vince infatti il Criterium d'Apertura a Padaova, arriva terzo alla Coppa U.C.A.M. di Treviso e identico piazzamento ottiene pure a Verona. Gareggia quindi fuori regione e disputa la Coppa Sant'Agostino in Lombardia; si piazza al 5° posto su otto ciclisti giunti al traguardo, benché ferito e con la bicicletta guasta per l'investimento di un cane negli ultimi chilometri, mentre si trovava nel gruppo di testa. Vince poi altre tre corse una dopo l'altra; la più importante è la Coppa Città di Pordenone, disputata nel settembre del 1923 e riservata agli juniores, fuori classe e dilettanti. La stampa comincia a parlare di lui in maniera entusiastica, meravigliandosi che il corridore fino al compimento del servizio militare, fosse stato un "ignoto o quasi".
E' ancora primo nel Circuito "Dall'Adige al Mincio" a Oderzo, a Cerea e infine nel Circuito di Castelbaldo e si piazza al 2° posto nel Giro del Polesine vinto dal fratello Antonio.
A Dolo nella Coppa Piero Foscari giunge primo sul rettilineo d'arrivo, anche se partito con circa 10 minuti di ritardo.
Nel 1924 dopo pochi piazzamenti importanti è vittorioso nel Giro di Lombardia, classica di chiusura per dilettanti e professionisti di prima.
Il 1925 comincia con una vittoria nel Giro dei 7 "Mandamenti" in Friuli, dove si impone in volata dimostrando ancora una volta di possedere doti di resistenza e soprattutto di velocità. S'impone anche nel III° Circuito Val Brenta-Astico e nella Milano-Verona, una fra le più dure prove per dilettanti.
Dopo alcuni successi nelle gare su pista all'inizio della stagione, partecipa al Campionato Italiano Mezzofondo dilettanti e alla fine riesce ad imporsi e da tutta Italia piovono gli elogi; ma la serie di successi continua anche nelle corse su strada, dove vince, tra l'altro, il Campionato Ciclistico Friulano e la Milano-Padova davanti a Campagnolo ripartendo dopo una seria caduta.
E' chiamato a far parte della rappresentativa azzurra ai Campionati Mondiali per Dilettanti su strada che si svolgono ad Appeldoorn-Amsterdam, ma l'intera squadra italiana rimedia una brutta figura, che farà discutere a lungo.
Nel 1926 a maggio s'impone nella Coppa Val Maira e successivamente è secondo nella classica Milano-Torino, prova premondiale per dilettanti valevole per la scelta dei quattro corridori che dovranno difendere i colori italiani ai Campionati del Mondo. Allegro Grandi e Sante Ferrato sono chiamati a far parte della rappresentativa nazionale scelta dall'U.V.I.. Il Campionato Mondiale si disputa proprio sul tratto Milano-Torino che lo aveva visto pochi giorni prima buon 2°, ma i risultati non sono soddisfacenti.
I numerosi e importanti successi non sfuggono alla Legnano che lo chiama così passa professionista alla corte di Binda. Con la nuova casa disputa il Giro d'Italia cogliendo il 2° posto nella ottava tappa Avellino-Bari e il 3° posto nella dodicesima tappa Pesaro-Treviso, vinte entrambe da Binda e chiudendo al 17° posto in classifica generale.
L'anno successivo partecipa ancora al Giro d'Italia come isolato ed è solo 57° in classifica generale. Non manca di partecipare a competizioni su pista e nell'aprile 1928 partecipa al campionato Veneto di velocità e nel Mezzofondo che si svolge sulla pista di Padova. In entrambe le prove conquista il titolo di Campione Veneto.
Dopo aver corso e ottenuto alcuni successi e onorevoli piazzamenti anche nel 1929 interrompe prematuramente la carriera agonistica e si unisce in matrimonio con una ragazza francese conosciuta durante una tournée ciclistica, ma la relazione sarà assai tormentata e presto i due si separeranno.
Dotato di grande temperamento e di un carattere focoso e irriducibile ebbe spesso contestazioni e diverbi durante le gare, come ad esempio durante una corsa a Montagnana, dove, ritenutosi danneggiato gravemente, scese fulmineo di bicicletta e sferrò alcuni pugni ad un miliziano, disarmandolo. Tutti finì, per fortuna, con una stretta di mano.
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