Storia di Renzo Soldani

Segnalatosi tra i dilettanti soprattutto con la conquista del Giro del Piemonte del 1948 (corsa promiscua), già all'esordio nella categoria superiore colse un bel successo nella Coppa Placci e lasciò intravedere buone qualità che esplosero definitivamente nel 1950 quando addirittura si impose nel Giro di Lombardia bruciando allo sprint (dopo una condotta di gara spesso al coperto e tatticamente molto accorta) addirittura Fausto Coppi.
Un simile trionfo, accompagnato comunque da altre brillanti prestazioni e corroborato da ottime doti di passista veloce che al massimo della condizione sapeva difendersi anche in salita, pareva destinarlo all'apice del ciclismo internazionale ma in verità il prosieguo della sua attività agonistica si rivelò piu amaro del previsto (complici alcuni guai fisici ed anche una scarsa concentrazione verso la professione del corridore con tutti i doveri che questa comporta). Una meteora breve ma luminosa questo il succo della sua carriera. Dal 1949 al 1952 con i colori della Legnano arrivò all'apice della sua carriera sportiva e ...... dei guadagni. Infatti la straordinaria messe di vittorie fruttò, alla fine del '50, la stipula di un sontuoso contratto biennale con ingaggio annuale per il 1951 e il 1952 di lire 2.300.000. Cifre lontane da quelle di Coppi e Bartali, ma comunque uno stipendio principesco per l'epoca. E pensare che appena qualche anno prima, nel '45, era rimasto internato nel campo di concentramento di Metz per un anno intero, a pensare con infinita nostalgia alla famiglia, al paese ed alla bella bici che era rimasta a casa. La natura gli aveva profuso a piene mani talento agonistico e charme e la cosa non era passata inosservata al pubblico femminile ed alla stampa "rosa". Niente di più naturale perciò che quando Renzo incappava in periodi di scarsa forma tra i suiveurs delusi qualcuno puntasse il dito e pronunciasse il verdetto: "colpa delle donne". Nel 1951, oltre all'ingaggio milionario della Legnano, ebbe la soddisfazione di essere nominato dalla Federazione Ciclistica, professionista di 1° categoria assieme ad altri 6 prestigiosi campioni: Coppi, Bartali, Magni, Bevilacqua, Leoni e Casola. Furono questi "magnifici sette" a sbarcare dal Transatlantico Italiano a Buenos Aires accolti da una folla festante. Negli anni seguenti non riuscì più a vincere e a soli 30 anni si ritirò dall'attività agonistica.
Articolo inviato da: Paolo Mannini (Firenze)
©2002-2023 Museo del Ciclismo Associazione Culturale ONLUS - C.F.94259220484 - info@museociclismo.it - Tutti i diritti riservati

I dati inseriti in archivio sono il risultato di una ricerca bibliografica e storiografica di Paolo Mannini (curatore dell'Archivio). Le fonti utilizzate sono svariate (giornali, libri, enciclopedie, siti internet, archivi digitali e frequentazioni sui vari Forum inerenti il ciclismo). Chiunque desideri contribuire alla raccolta dei dati, aggiunta di materiale da pubblicare o alla correzione di errori può farlo mettendosi in contatto con Paolo Mannini o con la Redazione.

Preferenze Cookies - Privacy Policy