Oscar Freire, tre volte iridato

Tre Campionati del mondo su strada come Alfredo Binda, Rik Van Steenbergen e Eddy Merckx. È questo il biglietto da visita di Oscar Freire, un vincente di qualità, uno che non vince tantissimo (35 i successi alla fine del 2004 in otto stagioni fra i professionisti), ma che ha già lasciato un'impronta nella storia di questo sport proprio grazie alla qualità delle sue vittorie
Tutto cominciò una domenica di ottobre del 1999 quando lo spagnolo si impose a sorpresa nel Campionato del mondo di Verona. Un colpo di mano all'ultima curva sorprese i big del gruppo di testa, Jan Ullrich, Frank Vandenbroucke e Francesco Casagrande. I giornalisti al seguito si trovarono spiazzati. Chi è Oscar Freire? Da dove è uscito? Come si scrive il cognome? Bisogna mettere anche Gomez? Il talento dell'iberico non era però un mistero per il suo commissario tecnico Paco Antequera che ebbe il merito di convocarlo nonostante numerosi problemi fisici lo avessero costretto ad una stagione a mezzo servizio con appena diciannove giorni di corse nelle gambe.
Col busto fasciato dalla maglia iridata Freire si presentò alla corte della Mapei-Quick Step. Nella prima stagione con la squadra di Squinzi il giovane campione di Torrelavega dovette battersi a lungo contro il mal di schiena. Per lungo tempo fu costretto all'immobilità, tanto che alcuni addetti ai lavori ipotizzarono addirittura un suo precoce ritiro dalle competizioni. Ma ogni volta che Freire rientrava alle competizioni, anche con poche gare nelle gambe, i successi arrivavano puntuali. Le dieci vittorie del 2000 - arricchite dal bronzo nel mondiale di Plouay - rappresentano il bottino stagionale più cospicuo ottenuto nel mondo dei professionisti.
Nel 2001 si presentò al Mondiale di Lisbona, sempre a causa dei gravi problemi alla schiena, con soli due successi ottenuti in tappe della Vuelta a Burgos e del Giro di Germania. Il giorno prima della gara si perse e dovette chiamare un taxi per rientrare in albergo dopo l'allenamento. Alla distrazione della vigilia corrispose la concentrazione della gara. Freire non sbagliò nulla, rimase al coperto per tutta la gara, mettendo il naso alla finestra solamente nello sprint finale vinto alla grande davanti al compagno di team Paolo Bettini.
Un discreto 2002 (cinque successi fra cui la tappa Sarrebruck al Tour de France) e uno scoppiettante 2003 (segnato dal passaggio alla Rabobank) furono la prova del nove per lo spagnolo che, pur dimostrando una maggiore continuità rispetto alle stagioni precedenti, non riuscì a centrare un traguardo di peso. L'appuntamento era solamente rimandato: al 2004.
Infatti questa è stata la stagione dell'apoteosi dell'iberico della Rabobank. La sorprendente vittoria ottenuta alla Milano-Sanremo a spese di uno Zabel troppo sicuro di se stesso, è stata l'annuncio della terza maglia iridata ottenuta grazie ad una prova di forza assoluta sul traguardo di Verona. Una gara perfetta quella dello spagnolo, sostenuto da una condizione fisica strepitosa e da una formazione unita più che mai per consentirgli di centrare un tris da consegnare alla storia.
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