Trofeo dello Scalatore

Il Trofeo dello Scalatore, organizzato come sempre da RCS Sport per conto de La Gazzetta dello Sport, è nato nell'87 da un'idea dell'allora direttore, Gino Palumbo, per premiare i grimpeur. Gino Palombo propose un Trofeo del genere perché intuì la necessità di avere un grande teatro itinerante, per dare un palcoscenico ad una categoria che sembrava in via d'estinzione.
Gli scalatori con il passo potente o i grimpeur, con la tipica pedalata sciolta come il passo di una danza, sembravano soggetti da cineteca. Il ciclismo mondiale usciva dagli anni di Hinault e in Italia i padroni erano due corridori di potenza come Moser e Saronni. Il bisogno c'era. Le prime edizioni dello Scalatore rimasero un avvenimento nazionale e servirono a scoprire o rilanciare le azioni di qualche giovane italiano. Poi, edizione dopo edizione, la gara è cresciuta, si è ritagliata uno spazio internazionale ed un livello di partecipazione in crescendo come dimostra il suo albo d'oro.
Dal primo anno, in cui si scalarono Sestriere e Abetone, sono state tante le vette toccate dal Trofeo, che però, con il passare delle edizioni, ha sempre più acquisito la caratteristica di un possibile trampolino di lancio per un giovane scalatore. Da qui la decisione di non proporre percorsi troppo duri, per non creare un inutile doppione con corse di ben altra tradizione e consistenza. Particolare, questo, che non inficia la bontà dell'elenco dei vincitori che si sono succeduti nelle edizioni disputate fin qui: da Stefano Tomasini, il primo, si è passati attraverso altri come Contini, Elli, Richard, Fincato, Tonkov, Donati, Sgambelluri e il colombiano Gonzalez. Un parterre de roi di tutto rispetto, che testimonia appunto la volontà di fare dello Scalatore una palestra per giovani arrampicatori senza dimenticare i campioni affermati.
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