Storia di Silvano Contini

Silvano Contini è nato a Varese il 15 gennaio del 1958, altezza un metro e sessantanove centimetri, peso sessantacinque chili, professionista dal 1978 al 1990, squadre di appartenenza la Bianchi Faema, la Bianchi Piaggio, l'Ariostea, la Gis Gelati, la Del Tongo Colnago, la Malvor Bottecchia, la Malvor Colnago e la Gis Benotto, quarantatré vittorie, quindici volte secondo, sedici volte terzo, quattordici giorni in maglia rosa, cinque presenze in nazionale.
Tirando le somme è sicuramente un bilancio di tutto rispetto ma agli occhi di tutti Silvano è rimasto un talento incompiuto. Protagonista di una maturazione progressiva ha dato, a tecnici e sportivi, la sensazione di poter giungere a grandi livelli. Ciclista completo, di una correttezza esemplare ed elegante nella sua azione, non ha però ottenuto le affermazioni che tutti si aspettavano. Silvano, comunque, ha lasciato il segno in molte circostante e non gli sono mancate le grandi giornate che gli hanno propiziato rilevante considerazione sia in campo nazionale che internazionale. E' stato sul punto di compiere quella che sarebbe stata la massima prodezza della sua carriera: vincere il Giro d'Italia nell'82 (dopo essere stato 5° nel '79 e 4° nell'81) dopo aver inflitto con la sua forte squadra, la Bianchi di Giancarlo Ferretti, Baronchelli e Prim, severe lezioni anche a Hinault. Ma l'asso francese lo travolse nella breve tappa di Monte Campione e lasciò a Silvano solo il terzo posto e un'amara delusione.
Se gli è mancato un grande Giro (comunque 4 vittorie di tappa al Giro d'Italia) ha scritto sul suo palmares corse a tappe come il Giro di Germania e il Giro dei Paesi Baschi e alcune classiche nazionali come la Coppa Placci, il Giro del Lazio, il Trofeo Matteotti, la Coppa Bernocchi e il Giro del Piemonte. Ma il successo più importante nelle corse in linea lo ha ottenuto nella "decana" delle prove belghe, la Liegi-Bastogne-Liegi '82, anno in cui si classificò al 3° posto nel Superprestige Pernod.
Contrarietà di vario genere e una buona dose di sfortuna gli hanno impedito di realizzare altri risultati apprezzabili nelle ultime non felici annate della sua carriera, chiusa alla fine del 1990 con la maglia della Gis-Benotto.
Articolo inviato da: Paolo Mannini (Firenze)
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