Storia di Adriano Amici

Da dilettante Adriano si distingue come ottimo velocista centrando sessanta successi; milita nella Cavallino Rosso e coi premi di una sola stagione mette insieme i soldi per acquistare un appartamento. Nel 1969 passa professionista e corre fino al 1972 senza assaporare la gioia di una vittoria. Nel '70 prende parte al suo unico Giro d'Italia ma non riesce a concluderlo. Massimo risultato è il secondo posto nella Coppa Sabatini '71 alle spalle di Roberto Poggiali. La sua è una storia simile a quella di altri ragazzi che promettevano mare e monti e che hanno poi deluso tra i professionisti.. Purtroppo la musica cambia quando aumenta la distanza delle prove, quando diversa è l'alimentazione, diversi i metodi di allenamento, diverso tutto e chi non si adatta è finito.
Per di più Amici milita nel plotone con tanti campioni come Merckx, Gimondi, Adorni e Bitossi, cosa che tarpa le ali ad un tipo che tra l'altro non possiede i mezzi per recitare la parte del gregario. E così Amici smette di correre a soli 29 anni e si mette a completa disposizione del padre nell'officina meccanica dove si aggiustano e si vendono biciclette. Una azienda prosperosa, ceduta nel '98 perché Adriano ha altro in mente. Ha l'obiettivo di diventare a tempo pieno un organizzatore di corse, nonché un pubblicitario di attività sportive. Obiettivo raggiunto con la soddisfazione di tornare in un ambiente dove riesce ad affermarsi.
Oggi è l'organizzatore del Giro dell'Emilia, del Trofeo dell'Etna, della Coppi e Bartali, della Due Giorni marchigiana e del Trofeo Beghelli. Ha anche un sogno, quello di ridare al glorioso Giro dell'Emilia vinto da Girardengo, Coppi, Bartali e da altri fior di campioni un ruolo di primaria importanza. Adesso l'Emilia è confinato in quella serie di gare che non possono superare i duecento chilometri, cosa deprimente per una competizione nata nel 1909 e più che degna di ben altro trattamento.
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