Giancarlo Bellini

Bellini Giancarlo nasce nel 1945. La data di nascita: 15 settembre. La stessa del suo mito, il campionissimo per antonomasia, Fausto Coppi. Si innamora dell'airone di Castellania quando, quindicenne, accudendo la mamma ricoverata in ospedale, divora i libri sulle imprese del tortonese, da poco deceduto. Lavora insieme ai genitori come operaio in una fabbrica di Valle Mosso, piazza in seguito coperture in eternit sui capannoni del biellese ed intanto si accorge che anche le sue gambe rispondono alle leggi severe ma inebrianti del ciclismo su strada. I suoi scatti nervosi in salita, la resistenza alla fatica lo fanno uscire dalle strade del Piemonte.
Nel 1970 trionfa nel primo Giro d'Italia per dilettanti. Si fa onore anche oltre Atlantico. L'ottavo posto al Giro dell'Uruguay è una conferma delle sue buone capacità. E' la Molteni di Giorgio Albani a lanciarlo nel professionismo. L'ingaggio, nel 1971, è di 300.000 Lire al mese, premi esclusi. La vita davvero cambia. Non sale più sui tetti della sua terra, ora si cimenta con le salite piene di storia ciclistica. E ad applaudirlo sui severi pendii dello Jafferau vi è una signora che si presenta al termine della seduta di massaggi al tappone di Bardonecchia. E' la signora Molteni. Un atto di sincera ammirazione per il giovane gregario dell'immenso Merckx. Se il Cannibale si aggiudica la corsa rosa parte del merito va all'oscuro ma prezioso lavoro dell'ex operaio cossatese. Giancarlo non disputa il Giro del 1973 perché la Molteni vuol lanciare la promessa Parecchini e assiste come semplice tifoso al passaggio della carovana sul Colle San Carlo: quando si trova davanti il suo capitano, sua maestà Merckx, rimane impietrito, tanto da non consegnargli la borraccia d'acqua.
Nel 1974 passa alla Brooklin e vi rimane fino al 1977. Diventa, nello squadrone di Cribiori, insostituibile scudiero per le sublimi volate di De Vlaeminck al Giro e di Sercu al Tour. Con la nuova squadra ottiene anche cinque vittorie. La più cara è quella del Giro di Campania nel 1975. In una cornice di meraviglie, da Caserta alla Costiera Amalfitana, al Vesuvio, Bellini si impone su Battaglin e Conati. Onori televisivi, intervista di Adriano De Zan, il figlioletto Marco di sei anni non crede ai suoi occhi. Atleta serio, non digerisce le soffuse accuse della stampa di poter favorire il suo capitano De Vlaeminck ai Mondiali di Yvoir sempre nel 1975. Si sacrifica, come sempre, questa volta per la causa azzurra, per la prima volta agli ordini di Alfredo Martini, e alla fine la vittoria non è né azzurra né belga (vincerà l'olandese Kuiper).
Giancarlo riesce ad ottenere un posto nelle classifiche che contano: seppure in modo rocambolesco si aggiudica il Gran Premio della Montagna al Tour del 1976 vinto da Van Impe. E' la maglia a pois con cui viene raffigurato anche in una bella copertina del libro a lui dedicato da Fabio Marzaglia. Nel 1978 passa alla Zonca con la quale nel 1979 disputa la sua ultima stagione da professionista e centra altre due importanti vittorie: una tappa al Giro d'Italia '78 e una al Giro di Svizzera dello stesso anno.
Oggi il nostro Giancarlo abita nel Biellese e ha un negozio di frutta e verdura. E fa la spola con i mercati generali di Torino.
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