Storia di Bjarne Riis

Bjarne Riis vince la sua prima corsa il 28 aprile del 1972 (ad otto anni): arriva primo a Herning, una cittadina di cinquantamila abitanti nello Yutland a cinquanta chilometri dal mare del Nord. Quel giorno una associazione sportiva locale organizza una cronometro di circa 10 chilometri. Sei ragazzini si presentano alla partenza, uno di questi è Bjarne, che parte per ultimo e arriva primo. Il papà Preben, mantiene la promessa e gli regala una biciclettina di color aragosta.
L'anno seguente Riis corre finalmente per una regolare società, con tanto di tessera federale. Nella prima stagione corre trentaquattro gare raccogliendo ventitre primi posti e undici secondi.
E' piccolo e gracile, ma ha talento. Si impegna molto, si allena più degli altri, anche d'inverno, quando dalle sue parti il freddo è terribile. A dodici anni, però, ha il rigetto. La sua maturazione fisica è in ritardo e il talento non basta più. Le prime sconfitte lo smontano e decide di smettere.
Ma il richiamo del ciclismo è troppo forte e a 15-16 anni torna alle competizioni. Vince, ma non più come prima. È da junior che torna a ricoprire un ruolo importante nel ciclismo danese. Corre anche i mondiali '82 in Toscana, conclusi in gruppo. Da dilettante vince invece quattro volte il titolo nazionale della cronosquadre, ma, dopo la delusione per l'esclusione dalla squadra olimpica per Los Angeles, lascia la Danimarca e si trasferisce in Lussemburgo nel 1985.
I successi non tardano ad arrivare. Vince in Lussemburgo e in Belgio e trova un ingaggio con la Roland-Skala, in Belgio. Di quella squadra fanno parte anche Ostergaard, Skibby e Holm. Passa poi alla Lucas e alla Toshiba, ma è al Giro della CEE che trova la strada giusta. Corre con una squadra mista, e aiuta Fignon a vincere la classifica finale. È il 1988, e il "professore" lo vuole con se alla Super U per la stagione successiva.
Nel 1989 arriva il suo primo grande successo: al Giro d'Italia nella tappa di Gubbio, incoraggiato proprio da Laurent Fignon, va in fuga in compagnia di Konyshev, Sorensen e Galleschi e li batte allo sprint con una lunga progressione.
Dopo aver imparato tanto da Fignon, è la volta della scuola Ferretti, all'Ariostea (1992 e '93) e con Bombini alla Gewiss (1994 e '95). Ogni anno si migliora e vince ancora tappe al Giro d'Italia e al Tour de France, arrivando sul podio (terzo) al Tour del 1995. E' più volte campione nazionale e proprio con questa maglia, correndo con la Telekom, partecipa al Tour de France del 1996.
In montagna va forte come non mai e anche Miguel Indurain, dopo cinque Tour consecutivi, si deve inchinare alla sua forza. Vince la 9° tappa con arrivo al Sestriere e conquista la maglia gialla che porta fino a Parigi, trionfando anche nella 16° tappa con arrivo a Lourdes/Hautacam.
In seguito non si ripete ad alti livelli, ma ottiene comunque altre vittore e tra queste l'Amstel Gold Race 1997.
La sua carriera termina prematuramente il 18 giugno 1999, per colpa di una caduta avvenuta durante una tappa del Giro della Svizzera. Il ritiro ufficiale dal mondo delle corse avviene nel 2000 e dal 2001 diventa general manager del Team CSC.
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