Il ritiro di Moreno Argentin

Dopo aver servito su un piatto d'argento il Giro d'Italia 1994 al russo di Broni Eugenio Berzin, Moreno ha deciso di uscire di scena. Momento migliore non avrebbe potuto scegliere. A differenza di altri campioni, che hanno smesso di correre dopo avere vivacchiato nel gruppo per mesi, Argentin ha dato l'addio dopo aver vinto per la terza volta la Freccia Vallone, il Giro del Trentino e la tappa di Osimo del Giro d'Italia. Non avendo ancora trentaquattro anni (è nato il 17 dicembre), l'atleta di San Donà di Piave sarebbe stato in grado di fare ancora molto, per sè e per una squadra bene organizzata come la Gewiss-Ballan.
Passato professionista alla fine dell'80, dopo essere cresciuto nel vivaio di Alcine Cerato, Argentin ha collezionato ottantaquattro vittorie. Molti di questi successi li ha ottenuti quando anche i suoi più convinti estimatori non ci speravano più. Ha saputo inventare azioni che lo hanno messo sul medesimo piano di alcuni grandi campioni del passato.
Come dimenticare, infatti, le sue quattro Liegi-Bastogne-Liegi, le tre Frecce Vallone, il Giro delle Fiandre, il Giro di Lombardia? E che dire di quello stupendo titolo mondiale conquistato a Colorado Springs? Si può appartenere alla ristretta cerchia dei fuoriclasse del pedale anche se non si è riusciti a imporsi in un Giro o in un Tour, e Moreno c'è riuscito. Argentin si era tirato il collo per potersi imporre in una Sanremo, ma nel '92 si fece beffare dall'astuto Sean Kelly, che aveva corso a rimorchio fino all'ultimo. Due volte campione d'Italia, Argentin si è preso belle soddisfazioni anche al Giro. Sono infatti pochi a poter dire di aver vinto tredici tappe e aver portato per dodici giorni la maglia rosa. Anche al Tour de France, Moreno ha lasciato il segno, battendo tutti nelle tappe di Nantes ('90) e Arles ('91).
Di Moreno piaceva la grinta quando decideva di sferrare l'attacco. A volte bastava che la strada si drizzasse un attimo sotto le ruote, per vederlo partire.
Per dozzine di volte ha saputo togliersi da solo le cosiddette castagne dal fuoco. Per questo è piaciuto anche a quei critici che erano soliti cercare il pelo nell'uovo. Di corridori come Argentin ne nasce uno ogni tanto. Per questo verrà ricordato anche da chi non vive di solo ciclismo.
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