Paul Bourillon

Quattro aggettivi si sublimano in questo francese dal fisico per nulla statuario: tenace, rissoso, coraggioso e ambizioso. Su Paul Bourillon, si potrebbe aggiungere tanto altro, ma i suoi tratti evidenti erano quelli. Inforcò la bicicletta per dominare, poi, quando capì che le sue facoltà non erano sufficienti per restare ai vertici, a soli 23 anni, si ritirò. Al ciclismo arrivò abbastanza tardi, ma a vent'anni aveva già deciso di fare della bicicletta un mestiere e fu subito un successo, perché, inaspettatamente, colse la vittoria nel Gran Premio più prestigioso, quello di Parigi. Sulle ali di quell'acuto, iniziò a cimentarsi anche negli altri paesi d'Europa, inanellando protagonismo, nonostante diverse sconfitte. Già, perché prima di perdere, il Paul di Marmande, faceva sudare chiunque, e non solo per la sua abilità atletica, ma pure per delle condotte di gara ben poco signorili e dense di trucchi. Nel 1896, iniziò il suo particolare guanto di sfida ai velocisti tedeschi, specie nella loro terra. Con loro inanellò duelli ai limiti, poi, consumatasi la vittoria o la sconfitta, colui che sulla pista pareva il diavolo, diveniva cordiale e pieno di simpatia.
La sua fama raggiunse l'apice ai Mondiali di Copenaghen, nel 1896, quando, dopo aver superato diversi contendenti di prestigio, superò in finale l'inglese Barden e il connazionale Jacquelin, raggiungendo così l'iride, a nemmeno due anni dal debutto. L'anno successivo, rivinse diversi GP, compreso nuovamente quello di Parigi, ma ai campionati mondiali vinti dal "nemico" tedesco Arend, fu autore di una gara incolore. Continuò ancora un paio d'anni, mantenendo costantemente un ruolo faro nel circuito professionistico, ma nel 1899, la sua ambizione, riscontrando troppe sconfitte, lo spinse all'abbandono. Divenne tecnico di settore, allenava e faceva pure il meccanico, fino al punto di aprire, nella sua Marmende, una officina. Di lì a poco però, la passione per il volo lo coinvolse al punto, di farlo divenire un pioniere anche nell'aviazione.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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