Roberto Poggiali Intelligenza e astuzia al servizio dei grandi

Rivista Tuttobici Numero: 9 Anno: 2003

Roberto Poggiali Intelligenza e astuzia al servizio dei grandi

di Gino Sala

Roberto Poggiali da Firenze, classe 1941, un diminutivo che lo portava ad essere per tutti il Robertino del gruppo negli anni di una lunga e onorevole carriera professionistica. Ben 16 stagioni nella categoria dei marpioni, compagno d'avventura di Nencini, Pambianco, Baldini, Defilippis, Carlesi, Massignan e di altre figure di prima grandezza. Robertino per i tratti fanciulleschi, un tipetto che pedalava con intelligenza, stimato per le sue intuizioni, un "volpino" per certi aspetti, visto come un abile calcolatore, vuoi quando avvertiva il profumo della vittoria, vuoi quando sconsigliava i capitani nei momenti decisivi.

Il Poggiali che conta 10 vittorie e tanti piazzamenti, elemento completo, scarsino soltanto in volata, ma sufficientemente abile da battere Gimondi e Simpson nella Freccia Vallone del '65, classica flagellata dal maltempo in cui debuttava Eddy Merckx. Altro risultato importante quello ottenuto a conclusione del Giro della Svizzera 1970 a dimostrazione che Poggiali non era soltanto un gregario di lusso bensì un elemento che sapeva mettere a profitto le buone occasioni. Come nel Giro del Lazio che ha fatto suo dopo essere giunto due volte secondo e una volta terzo.

Per il vecchio cronista Robertino è stato un prezioso compagno di viaggio. Andavo da lui per avere lumi in situazioni non troppo chiare e sempre ho ottenuto risposte preziose. Affabile e attento, forniva spiegazioni e chiarimenti anche perché le corse lo vedevano sovente in prima linea nel mezzo dei principali attori. Sicuro che nelle fasi più importanti la radio di bordo elancava la sua presenza. Agiva con le gambe e con la testa, era un concorrente dotato di un intuito che lo portava ai vertici delle gare. Bravo negli appoggi, nello stare vicino al caposquadra, suggeritore, perfetto quando agiva nelle azioni offensive, oppure in quelle dove bastava difendersi. Un tattico, insomma. Chiaro che per svolgere un ruolo del genere bisognava andar forte, come si dice in gergo. Forte in tutti i sensi, motivo per cui Robertino venne chiamato da Waldemaro Bartolozzi ad assecondare un giovanotto di nome Francesco e di cognome Moser. Chi andava col trentino doveva possedere, scusate l'espressione, le palle quadrate e per cinque stagioni Poggiali è stato al fianco di Francesco per assecondarlo nel migliore dei modi. Già, Moser pretendeva molto dai suoi aiutanti. Pretendere serietà, costanza, allenamenti durissimi, per certi versi feroci e Robertino non era uno di quelli che si risparmiava.
Penso che per essere stato sulla cresta dell'onda dal 1963 al 1978 Poggiali sia da considerare un atleta esemplare sotto ogni punto di vista. Cinque volte ha avuto l'onore di indossare la maglia azzurra e adesso dopo aver girato il mondo a colpi di pedale lo si può incontrare a Scandicci dove vende bici da corsa di gran marca. Chi entra nel suo negozio incontra un uomo sapiente e istruttivo.
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