Storia di Luis Ocana Pernia

Il più completo dei corridori spagnoli anche per aver svolto la massima parte della sua carriera ciclistica in Francia partecipando alle maggiori prove internazionali. Capace di grandi prodezze e protagonista di amare delusioni, pur realizzando un cospicuo bottino di successi in tutt'Europa non ha concretizzato quel che la sua classe gli avrebbe consentito. Eppure il suo resta un palmares di lusso soprattutto per quanto attiene alle corse a tappe delle quali presenta un bell'assortimento anche se in testa manca quel Tour de France del '71 che pareva definitivamente suo dopo la travolgente offensiva nella tappa di Orcieres Merlette (con la quale riuscì a infliggere a Merckx, isolato in mezzo a un gruppo di avversari, ben 10' di distacco) e la riuscita difesa, due giorni più tardi verso Marsiglia, alla violentissima controffensiva del campionissimo belga. Ma una caduta, sotto l'inclemenza del tempo, lunga la discesa del Col de Menté lo costrinsero all'abbandono. Nel 1972 è una polmonite che allontana un Ocana campione di Spagna e annunciato in splendide condizioni di forma sulle strade francesi. Si rifece, assente Merckx, nel Tour del '73 nel quale ottenne una vittoria completa: le 6 tappe che si aggiudicò e i distacchi (15'51" a Thevenet, 17'15" a Fuente, 23'14" a Zoetemelk e 24'57" a Van Impe) lo sanciscono senza riserve. Altre importanti corse a tappe nel suo palmares sono: Vuelta di Spagna '70, Settimana Catalana '69 e '73, Delfinato '70, '72, '73 e Paesi Baschi '73. Bene anche a cronometro: dopo il Nazioni fra i dilettanti nel '67 e quello tra i professionisti nel '71, il Trofeo Dicen '69 e '70, il Gran Premio Dissenhofen '71, il Gran Premio di Lugano '71 e il Baracchi con Mortensen nel '71. Numerosi pure le affermazioni in gare in salita, in circuiti e kermesse. Campione di Spagna a cronometro ('68) e in linea ('72) ha suggellato le sue due migliori stagioni, il '71 e il '73, con il posto d'onore (dopo Merckx) nel Superprestige Pernod. Conclusa la carriera agonistica si dedica alla sua tenuta nell'Armagnac, specializzandosi nella produzione di vini. Ha diretto squadre ed è stato pure vittima di due gravi incidenti dai quali s'è risollevato faticosamente. Nel 1994 si toglie la vita sparandosi un colpo di rivoltella alla testa, nella sede della sua impresa agricola, alla vigilia della partenza per Bologna dove avrebbe dovuto commentare il Giro d'Italia per una emittente radiofonica spagnola.
Articolo inviato da: Paolo Mannini (Firenze)
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