Jan Ullrich, campione tedesco

Nato nel 1973 a Rostok, nell'allora Ddr - Repubblica democratica tedesca, Jan Ullrich dimostra subito che in sella a una bicicletta ha pochi rivali. Professionista dal 1995 con la Deutshe Telekom, partecipa al suo primo Tour de France nel 1996. Ha il compito di aiutare il danese Bjorn Riis a conquistare la maglia gialla contro l'allora imbattibile Indurain. Come si sa il compito del gregario è molto difficile. Il lavoro consiste nello spendersi per il capitano. Nelle tappe in salite deve tenere un ritmo alto, almeno per un certo tratto del percorso, poi si stacca e quell'incarico passa ad un altro dei gregari della squadra. Ullrich invece, svolto il suo compito, non si staccava. Così in quel Tour del '96, arriva al secondo posto a poco più di minuto di distacco.
Già allora tutti si accorgono del potenziale enorme di quel giovane ciclista tedesco. Le previsioni si confermano l'anno successivo, quando, oltre al Tour, vince il campionato nazionale tedesco e per qualche qualche mese è primo nella classifica dell'Uci (Unione ciclistica internazionale). Per la "locomotiva dell'Est", per "Kaiser Jan Ullrich", il '98 deve essere l'anno della conferma. Non è cosi, per una serie di motivi. Quella edizione del Tour, segnata dall'inchiesta sul doping, passa alla storia come la peggiore per l'immagine della corsa francese, che ad un certo punto stava per essere fermata. Quanto rimane della competizione si incentra sul duello tra Ullrich e Pantani. In una tappa in montagna, Ullrich va in crisi di fame e perde nove minuti. Il romagnolo prende la maglia gialla e la tiene fino a Parigi, nonostante il ritorno del tedesco che riesce a recuperare vari minuti.
Nulla di grave. Ma quella che era considerata una specie di macchina invincibile mostra di avere alcune umanissime debolezze. E' proprio in questo momento che Jan Ullrich dimostra definitivamente di essere un grande ciclista. Perchè rifiutando la maschera di "imbattibile" afferma la volontà di essere, prima di tutto, un giovane del suo tempo.
Negli anni successivi riproverà a conquistare la corsa che lo attira di più, il Tour de France, ma sulla sua strada trova il "fenomeno" Armstrong e si deve accontentare di altri 3 secondi posti (2000, 2001 e 2003) un terzo (2005) e un quarto (2004). Nel frattempo si conferma campione di livello assoluto vincendo la Vuelta 1999, due Campionati del Mondo a cronometro 1999 e 2001, la prova in linea all'Olimpiade di Sidney 2000 e due Giri di Svizzera 2004 e 2006.
Nel 2006 scoppia lo scandalo del doping spagnolo, in cui è implicato con altri campioni come Ivan Basso, e gli viene preclusa la possibilità di prendere parte al suo 9° Tour, essendo stato prima sospeso ed in seguito licenziato dalla sua squadra, la T-Mobile. Il 26 febbraio 2007 annuncia il ritiro dall'attività agonistica.
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