Storia di Carmine Preziosi

Trapiantato in Belgio per ragioni di lavoro della famiglia è cresciuto alla scuola del ciclismo belga riuscendo a realizzare una carriera apprezzabile nelle categorie minori che lo videro vittorioso in 80 gare. Professionista con la francese Pelforth-Sauvage, dopo i piccoli successi a Puteaux nel '63 e a Ferriere nel '64 e il secondo posto nel Giro di Lombardia (1° Motta), fece il colpo grosso nel '65 allorché, vinse la Genova-Nizza e la Bruxelles-Verviers, scrisse il suo nome nella Liegi-Bastogne-Liegi alla conclusione di una volata rocambolesca e irregolare che penalizzò ingiustamente Vittorio Adorni. L'italiano della Salvarani, infatti, per una caduta alle sue spalle sulla pista di Rocourt pareva già il sicuro vincitore della "decana" che sovente aveva onorato, quando, con un ritorno impressionante, Preziosi lo raggiunse giusto, all'inizio del rettilineo d'arrivo: s'affiancò ad Adorni e gli si appoggiò in maniera vistosa riuscendo così a superarlo e batterlo. La giuria riconobbe l'infrazione di Preziosi, lo multò di mezzo milione, ma lo giustificò asserendo che se non si fosse appoggiato sarebbe caduto e gli lasciò la vittoria. Assunto dalla Bianchi nel '66 oltre a vincere la tappa di Sassari nel Giro di Sardegna si aggiudicò pure il Giro dell'Emilia a Baganzola; passato alla Molteni nel '67 si impose nel Giro del Belgio (una tappa vinta), nella Bruxelles-Verviers e nel Gran Premio Denderwindeke. Ingaggiato quindi dalla De Gribaldy vinse un Gran Premio del Frejus nel '68, poi concluse la carriera senza riuscire più ad affermarsi.
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