Nicola Boem, dagli inizi alla vittoria di tappa al Giro d'Italia 2015

Nicola Boem, alto un metro e 87 centimetri per 75 chilogrammi di peso, nasce il 27 settembre 1989 a San Donà di Piave, in provincia di Venezia. Fin da piccolo è spinto a salire sulla bicicletta da suo zio e sua zia, entrambi corridori dilettanti. Nicola domina nelle categorie giovanili, vincendo molte prestigiose corse e mette in luce ottime doti da passista con propensione al fondo (che lo spinge spesso in fuga) e una buona velocità di punta. Proprio grazie a quest'ultima caratteristica riesce a vincere numerose volate in gruppi a ranghi ridotti e a ottenere parecchi piazzamenti. L'esordio nei dilettanti avviene nel 2008 con la maglia di una squadra della sua zona, la U.C. Basso Piave. Al secndo anno, con la Marchiol, riesce a imporsi in due corse, il Memorial Danilo Furlan e il Memorial Vittime del Vajont, e a ottenere un ottimo secondo posto nel prestigioso Piccolo Giro dell'Emilia. A luglio del 2010 approda alla Zalf Désirée Fior, forse la principale società Under 23 in Italia. All'esordio con la nuova maglia ottiene subito un prestigioso terzo posto alla Piccola Milano Sanremo e una vittoria di tappa al Giro Ciclistico della Valle d'Aosta Mont Blanc. Ma è nel 2011 che Boem compie un vero salto di qualità, conquistando ben sette gare, tra cui la Coppa Fiera del Mercatale, il Giro del Belvedere e la Coppa Ciuffenna. Sfruttando il proprio spunto veloce, inoltre, ottiene numerosi piazzamenti nelle corse a tappe, tanto da meritarsi per la prima volta la convocazione nella nazionale giovanile Under 23. Partecipa così al Campionato Europeo (chiuso al ventottesimo posto) e al Campionato del Mondo (in cui arriva centesimo) di categoria. Nel 2012 riesce ad alzare le braccia al cielo altre quattro volte, affermandosi di nuovo alla Coppa Fiera del Mercatale e vincendo il Trofeo Matteotti Dilettanti, ma i piazzamenti sono numerosi e spesso di prestigio. La continuità di risultati gli fa conquistare le attenzioni delle squadre professionistiche, e Nicola a fine anno esordisce tra i professionisti con la maglia della Colnago CSF-Bardiani di Bruno e Roberto Reverberi. Nel giro di poche settimane riesce persino a piazzarsi settimo in una tappa del Giro di Danimarca e a meritarsi la conferma, per l'anno successivo, nella nuova squadra dei fratelli Reverberi, la Bardiani-CSF.
Alla prima stagione da professionista cerca di accumulare esperienza partecipando a numerose corse in Italia e all'estero. A soli 22 anni, prende il via del Giro d'Italia, realizzando un sogno cullato fin da bambino. E nella corsa rosa si mette subito in luce con una fuga di oltre 200 chilometri nella tappa più lunga, la diciassettesima, da Busseto a Cherasco. Prese le misure alla nuova categoria, nel 2014 si lancia spesso in fughe da lontano e prende nuovamente parte al Giro d'Italia, con il sogno di ottenere la prima vittoria da professionista. Questa arriva il 10 agosto, quando vince la sesta e ultima tappa del Giro di Danimarca, proprio la corsa in cui aveva esordito da professionista due anni prima, superando in volata colleghi più esperti come Valerio Agnoli, Martin Mortensen e Lars Ytting Bak dopo una fuga a 12 partita a 70 chilometri dal traguardo. Si merita dunque la riconferma nella formazione di partenza del Giro d'Italia per il 2015, e nella decima tappa trova finalmente la fuga vincente, in una frazione sulla carta per velocisti, ma in cui Boem, con i suoi compagni di fuga Matteo Busato, Alessandro Malaguti, Alan Marangoni, Oscar Gatto, riesce a sorpresa ad anticipare di pochi secondi il rinvenire del gruppo lanciato per la volata. Una vittoria ancor più meritata, perché Boem è abile nel rispettare il pronostico che lo vedeva favorito sui suoi compagni di fuga, complice anche la foratura di Gatto a 12 chilometri dall'arrivo. Sapendolo più veloce di loro, gli avversari di giornata hanno cercato in tutti i modi di anticiparlo e di scrollarselo di ruota nei chilometri finali, quando è giunta la sicurezza di potersi giocare la vittoria di tappa, ma il corridore veneto è sembrato nettamente quello con più energia nelle gambe, andando a chiudere in prima persona sullo scatto di Marangon e vincendo con decisione la volata.
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