Nadu Moresco lo spaccapietre che contese il titolo di campione italiano a Bartali

Una formidabile storie di ciclismo quella di Rinaldo Moresco, detto Nadu, genovese di professione spaccapietre, che a ventiquattro anni disputò la sua prima corsa ed a ventisette anni contese il titolo di campione italiano a Gino Bartali.
Una performance resa possibile dalla categoria degli indipendenti che, a quel tempo, permetteva agli atleti più coraggiosi ed intraprendenti di misurarsi con i big, pur senza avere uno stipendio da professionisti, arrangiandosi con i premi, spesso in natura, dei traguardi volanti, gli ingaggi dei circuiti e, a volte, i rimborsi spese della squadra di cui provvisoriamente si portava la maglia.
Moresco nel 1949 debuttò, laureandosi campione ligure dei dilettanti, e nel 1950 fu terzo al campionato italiano disputato a Terni e, indossata la maglia azzurra, decimo al campionato mondiale disputato in Belgio; nello stesso anno proseguì da indipendente vincendo le tappe con arrivo a Enna e Trapani del Giro di Sicilia e giunse sesto al Giro di Campania, importante competizione per professionisti.
Nel 1951, da indipendente si laureò campione italiano, vincendo l'impegnativo Giro dell'Appennino, giunse settimo nella specifica classifica del Giro d'Italia, vinse il Trofeo Berkel di Milano ed il Gran Premio Colli Pistoiesi, rispettivamente prima e quinta prova del prestigioso Trofeo UVI, la cui classifica finale lo vide secondo, superato per un punto (19 a 18) dal toscano Lido Sartini.
Sempre nel 1951, tra i professionisti, giunse quarto nella tappa del Giro d'Italia con arrivo a Roma, secondo al Trofeo Matteotti e secondo, dietro Fiorenzo Magni, nel prestigioso Giro del Lazio.
Il Giro del Lazio era la prima delle tre gare valevoli per il campionato italiano professionisti e quindi Moresco sognò di poter stabilire un primato, abbinando alla maglia bianca striata tricolore da campione degli indipendenti quella bianco rosso verde da campione dei professionisti. La seconda prova, il Giro del Veneto, lo vide sedicesimo e la terza, il Giro del Piemonte, undicesimo. Con un totale di 10 punti Moresco arrivò sesto ed il titolo venne vinto da Magni con 12 punti.
Nel 1952 Moresco si accasò alla Arbros di Capitan Primo Volpi ed avviò la stagione con due risultati clamorosi: arrivò secondo, dietro Fausto Coppi, nel popolarissimo Circuito degli Assi e vinse il durissimo Giro di Toscana, prima prova del campionato italiano, vittoria che bruciò al padrone di casa, il trentottenne Gino Bartali, giunto dodicesimo al traguardo e che non nascondeva l'ambizione di coronare la sua strepitosa carriera vincendo il quarto titolo tricolore.
La sfida proseguì nella seconda prova del campionato, il Giro dell'Emilia, in cui il fuoriclasse toscano vinse, togliendo il primato a Moresco che arrivò quattordicesimo.
Moresco riprese il primato nella terza prova, Giro dell'Appennino, in cui giunse terzo con Bartali ventitresimo.
Nella quarta prova, Giro della Provincia di Reggio Calabria, Moresco partì all'attacco, ma entrò in crisi a pochi chilometri dal traguardo, arrivò decimo, e Bartali, sostenuto da Magni, volò verso la vittoria.
Nella quinta prova, Coppa Bernocchi, chiuso da Bartali e dalla sua squadra nella rete del gruppo, Moresco non recuperò nulla. Classifica finale: Bartali ex equo con il romagnolo Giuseppe Minardi a 19 punti e Moresco a 18 punti.
Completò l'anno il quarto posto nella tappa del Giro d'Italia con arrivo nella sua Genova.
Negli anni seguenti Moresco pagò lo sforzo prodigato senza risparmio nei suoi primi intensissimi anni di corsa.
Nel 1953 il miglior risultato fu il quarto posto al Giro della Provincia di Reggio Calabria, nel 1954 il quarto posto alla Tre Valli Varesine, nel 1955, anno in cui tornò a correre con la maglia bianca da indipendente, il diciassettesimo posto alla Milano San Remo.
Ritiratosi dalle competizioni, grazie anche ai guadagni realizzati faticando in bicicletta, realizzerà il sogno di mettersi in proprio e farà l'autotrasportatore.
Articolo inviato da: Angelo Gerosa
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