Wilmo Francioni, campione generoso

Rivista Tuttobici Numero: 1 Anno: 2008

Wilmo Francioni, campione generoso

di Gino Sala

Milano-Sanremo del 1973. Sono in fuga il belga Roger De Vlaeminck e il toscano Wilmo Francioni. Fuga decisiva, sostenuta in massima parte dall'italiano che ogni tanto chiede il cambio nella speranza di potersi giocare l'ambito traguardo, ma il compagno d'avventura nicchia. Teme, De Vlaeminck, di spendere energie preziose. La suonata è lunga, Francioni non è un tipo da sottovalutare, meglio lasciare il peso dell'azione sulle spalle del compagno d'avventura e così si va incontro ad un finale scontato. Vince Roger e sul viso di Wilmo si legge il rammarico del ragazzo tradito dalla generosità. «Ho sbagliato, ho dato troppo, dovevo rimanere a ruota per indurre l'avversario ad un comportamento diverso, fargli capire che non collaborando gli inseguitori ci potevano riprendere, ma lui niente, sempre passivo», dirà Francioni in quella giornata che non gli aveva concesso una vittoria da mettere in cornice.

Nel suo palmerés figurano dodici successi tra i quali fanno bella mostra il Trofeo Matteotti, il Trofeo Laigueglia, la Coppa Sabatini e quattro tappe del Giro d'Italia. Nato a Empoli nel novembre del 1948, dotato di un fisico (altezza 1,75, peso 59 chili) che gli permetteva di distinguersi sia in pianura che in salita, Francioni conta numerosi piazzamenti e tre convocazioni per la nazionale azzurra.

Purtroppo la carriera professionistica di Wilmo, iniziata nel 1970, è durata meno del previsto a causa di un'epatite virale che l'ha fatto scendere dalla bici quando le sue primavere erano 29. Di lui il vecchio cronista ha comunque un bel ricordo perché atleta vivace, un ciclista sovente in prima linea, l'opposto dei cosiddetti ragionieri che contano le pedalate. Un generoso, insomma, un battagliero in tempi dove dovevi lottare per mettere da parte il gruzzolo sufficiente per realizzare la massima aspirazione e cioè l'acquisto di una casa. Tempi diversi da quelli di oggi, come ben sappiamo, dove i milionari erano dieci e i ricchi novanta, dove i contratti principeschi erano pochissimi, dove perdere una Sanremo come l'ha persa Francioni ha il significato di una botta tremenda per il conteggio economico.
Wilmo è poi entrato in una fabbrica di pellami. Un operaio con due figli e un giovane nonno che ricopre la carica di vice presidente di una squadra ciclistica composta da bambini impegnati in garette. Lo scopo principale è quello del divertimento, mi ha detto Francioni ed è bene che sia così. Sono contrario, decisamente contrario a chi vuol rendere competitivi i giovanissimi, come ho più volte rimarcato sono stato testimone di brutti scenari, di genitori che sgridavano o addirittura prendevano a ceffoni i loro pargoletti per una sconfitta, per un secondo o terzo posto. Eh, sì: la crescita dei piccoli amatori è quella indicata da Francioni. Pedalare in allegria, applaudire tutti, dal primo all'ultimo classificato e che ogni prova sia una festa, un atto di amore per un'antica e gloriosa disciplina.
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