Storia di Franco Bitossi

Un ottimo passato da allievo e dilettante, con rispettivamente dieci e ventuno vittorie, passa al professionismo nell'ottobre del 1961 nelle file della Philco, vincendo subito la seconda tappa (Campobasso-Termoli) alla Tre Giorni del Sud.
Nonostante questo felice esordio, i suoi primi due anni di professionismo non furono particolarmente brillanti, ma poi una carriera lunghissima (ben 18 stagioni) e soprattutto costellata da vittorie prestigiose in particolare nelle corse in linea. Tre Campionati Italiani su strada, due Giri di Lombardia, due Campionati di Zurigo e altre importanti competizioni figurano nel suo imponente palmares nonostante la celebre ipertrofia cardiaca (da cui il soprannome "Cuore Matto") che lo costringeva spesso in corsa a fermarsi ai bordi della strada per far ritornare le sue pulsazioni alla normalità, prima di riprendere a correre e magari recuperare e andare a vincere. In realtà si trattava più di un problema psicologico che fisiologico, tanto che negli anni '70, grazie alle cure del suo medico sociale il dott. Falai, il problema non si presentò più (ma rimase il soprannome).
Non era un uomo da corse a tappe ma vanno comunque ricordati gli ottimi piazzamenti al Giro d'Italia (un 7°, un 8° e un 10° posto) e la vittoria nel Giro della Svizzera del 1965 e nella Tirreno-Adriatico del 1970.
Quindi numerosi successi ma paradossalmente viene ricordato, suo malgrado, forse più per una sconfitta anche se ormai celeberrima: il mondiale di Gap nel 1972 quando, avvantaggiatosi negli ultimi km ed affrontato al comando il rettilineo finale in leggera salita, venne superato a non più di dieci metri dal traguardo dal compagno Marino Basso il quale lo privò di una maglia iridata che avrebbe degnamente celebrato una comunque splendida carriera. E' stato protagonista anche in altre edizione del mondiale (corso otto volte tra il 1966 e 1977) arrivando quarto nel 1968 ad Imola e terzo nel 1977 a San Cristobal in Venezuela.
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