La carriera di Angelo Ciccone

La favola di Angelo Ciccone, pistard bolognese, qualificato ai Giochi Olimpici comincia da una scommessa fra due ragazzi del borgo, nella primavera del 1990, tra Alex e Angelo che vivono nella frazione di San Matteo della Decima, uno corre (e vince) in bicicletta per la squadra del paese (la Bonzagni), l'altro sa semplicemente stare sulle due ruote come tutti quelli della sua età, con una Bmx sgargiante in garage e un sogno rosa cullato davanti al televisore. Tutto questo fin quando il primo, Alex Magagnoli (oggi atleta di biathlon), non sfida il secondo. Deve aspettare quattro anni per vincere la prima gara, poi passano altri due anni senza vittorie, almeno sulla strada. Intanto Angelo si avvicina alla pista: lì le sue caratteristiche vengono premiate subito, finché da juniores saluta definitivamente l'asfalto e si prende i velodromi. Va in nazionale, vince un argento ai mondiali giovanili ('98), coltiva l'azzurro fino a qualificarsi per i Giochi olimpici di Sidney del 2000 dove nella corsa a punti giunge al 6° posto, si ripresenta ai giochi di Atene nel 2004, arrivando ottavo nella specialità a punti. Un problema serio alla spalla sembra suggerirgli di rimettere la bici in garage, ma c'è ancora qualcuno che crede in lui, Roberto Bressan, ex corridore professionista che nel 2005 fonda una squadra tutta sua, la Cycling Team Friuli e chiede a Ciccone di seguirlo. Ai campionati italiani del 2006 con la vecchia maglia vince due titoli tricolore (punti e americana), poi raggiunge Bressan a Udine divenendo alfiere per le olimpiadi di Pechino 2008 e che puntando sulla Madison,dove l'Italia è più competitiva, arriverà in 14a posizione.
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