Augusto Introzzi

Sportivi finesi del novecento
di Franco Cattaneo

Classe 1912, finese purosangue, nasce in Valle Mulini nel cortile contadino noto come 'la Fabrica'; 'Chilèto' per gli amici finesi, dal nome del fratello Achille, morto nella campagna di Russia. Atleta dal fisico possente inizia l'attività dilettantistica con i colori della Esperia e Villa d'Este conseguendo da subito importanti successi e numerosi piazzamenti, dimostrando nel contempo le sue doti di combattente e di indiscusso animatore di tutte le competizioni. Nel 1934 passa al professionismo con i colori della GLORIA GARIBALDINA, formazione che raccoglieva i più promettenti dilettanti del momento ed il cui motto era 'osare, sempre osare'. La squadra gareggiava infatti senza capitano, con tutti dei parigrado, quindi molto a briglie sciolte. Segue un anno alla GANNA nel 1937 per tornare alla GLORIA nel 1938 e poi vestire i colori della VISCONTEA nel 1942. Durante gli anni del secondo conflitto bellico, l'attività è molto ridotta ed Augusto veste le maglie del DOPOLAVORO ALFAROMEO, del PEDALE MONZESE e della AZZINI di Milano, trascorrendo, se non ricordo male, qualche periodo da 'internato' nella Svizzera interna, come si definivano allora i Cantoni oltre il Ticino. Terminata la Guerra, nel 1946 torna alla VISCONTEA per passare nel 1947 alla BIANCHI del Campionissimo Fausto Coppi che nello stesso anno si aggiudica il Giro d'Italia. Conferma le sue doti di combattività e di assoluta lealtà nei confronti della squadra e del suo famosissimo capitano; il soprannome di 'nave del deserto' non gli è stato attribuito per caso. Come abbiamo detto nella premessa, erano anni di un ciclismo pulito, ci si alimentava con uova fresche sbattute e pollame nostrano, magari qualche capo sottratto furtivamente al pollaio dei genitori e consumato con gli amici al 'Morandi'. Unico ricostituente era un insolito sciroppo suggerito da un noto macellaio dell'epoca, Luigi Pozzi, più conosciuto come 'Santu Bigiu': sangue di vitello da latte nostrano appena macellato. Partecipa a tutte le più importanti competizioni a livello nazionale e non solo. Non è corridore di un giorno, infatti nel suo palmares può vantare la presenza in: - 10 Giri d'Italia - 3 Tour de France - 3 Giri della Svizzera durante i quali, nel 1936 si aggiudica la tappa LUGANO - DAVOS. Fortissimo sul passo, ottimo come pistard e nella specialità 'dietro motori', molto praticata e seguita soprattutto all'estero. Nella gare alla 'americana' fa coppia fissa con il concittadino Carlo Romanatti, conseguendo tanti successi nei più rinomati velodromi europei nelle tradizionali riunioni post Giro e Tour, che fra l'altro consentivano anche discreti ritorni economici. Torna alla VISCONTEA nel 1949 dedicandosi prevalentemente all'attività su pista per concludere con la stessa maglia il suo percorso agonistico anche a seguito di un serissimo incidente che lo ha coinvolto nel corso del Giro dell'Emilia.
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