Valerio Chiarlone

Nato a Cairo Montenotte (SV) il 20 luglio 1931, deceduto a Savona il 28 dicembre 2016. Scalatore. Professionista dall'ottobre 1954 al 1958 con 2 vittorie.
All'anagrafe Ramognino Valerio Pietro Giovanni, cresciuto presso la famiglia Chiarlone di Piana Crixia, che erano parenti.
Piccolo di statura, come sovviene ad un peperino scalatore, tanto agile quanto ispirato, al canto tipico di chi non vede l'ora di pedalare all'insù. Uno che ha lasciato la sua bella traccia nel pedale, anche perché farsi definire "Aquilotto" da Fausto Coppi valeva come una laurea honoris causa. Accadde il 31 ottobre 1954, giorno del Giro di Lombardia, quando Valerio Chiarlone era all'esordio fra i professionisti. Il peperino savonese attaccò sul Ghisallo che era, nei piani di Coppi, il luogo classico dei suoi attacchi nella classica delle foglie morte. L'azione di Chiarlone si trasformò in un assolo, staccò persino il Campionissimo e passò primo in cima. Poi fu ripreso e il grande Fausto fu costretto a partire senza successo ben più in là, ma vinse lo stesso, in volata, al Vigorelli, dove si giocarono il Lombardia in dieci e, fra questi, proprio Chiarlone, che fini 10°. Fu durante i commenti nell'immediato dopocorsa, che Coppi definì il corridore ligure "Aquilotto".
Valerio si mise in luce subito, fin dagli inizi dell'attività ciclistica nel '49: vinse 33 corse da allievo e 27 da dilettante, quasi tutte per distacco. Nella stagione '54, si guadagnò la maglia azzurra ai Mondiali di Solingen, nella Germania dell'Est, dove chiuse 22°. Passò prof con la Welter, come detto, proprio in occasione del Lombardia. Nel '55 chiuse il Giro d'Italia al 30° posto, fu 2° in una tappa del Giro del Belgio per indipendenti e 4° al Trofeo Fenaroli. Decisamente migliore il suo 1956, dove dopo aver chiuso il Giro d'Italia al 32° posto ed essersi piazzato 2° nella tappa di Livorno, il 29 giugno, vinse per distacco il Giro del Ticino, allora decisamente semiclassica del calendario internazionale e colse diversi piazzamenti in Italia. Dopo uno sfortunato '57, dove fu afflitto da diversi malanni, tornò alla tangibilità nel '58, vincendo in Spagna la tappa di Valencia del Giro del Sud Est. A fine anno però, viste le difficoltà a trovare squadra, decise di smettere, anche se staccò la licenza pure nel '59 e nel '60, ma non corse mai.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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