Giacinto Santambrogio

Nato a Seregno (MI) il 25 aprile 1945. Deceduto a Seregno il 14 giugno 2012. Passista veloce. Alto 1,78 m. per kg 70. Professionista dal 1969 al 1979, con 14 vittorie.
Con Giacinto incontriamo uno dei corridori che pur non essendo un campione nella disamina storica, ha segnato gli anni settanta. O meglio, campione lo sarebbe stato a pieno regime se fosse nato 20 anni dopo. E non è la solita storia dei "se" e del "ma", poiché chi ha potuto vedere il ciclismo di quell'epoca e quelle dopo, sa con la certezza degli occhi, quanto un corridore come lui, abbia pagato la compresenza con corridori di levatura storica, ben superiori, perlomeno come tempra e per numerosità, a quelli venuti dopo. Santambrogio, non era possibile per le grandi corse a tappe, ma in tutte le altre aveva numeri per segnare gli albi d'oro: nel passo, nelle brevi salite e persino in volata vista la progressione. Purtroppo, fece la scelta, rispettabile e comunque luminosa, di destinarsi al ruolo di spalla verso i grandi capitani, Gimondi su tutti, degli squadroni di cui ha fatto parte, ma di lui, i nostri ricordi, sono pieni di belle pagine, anche quando non tagliava per primo il traguardo. Come quando, ad esempio, si metteva al servizio dei velocisti della sua squadra, facendo un lavoro, da solo, pari a quello dei treni odierni e quelle sue tirate, erano così impetuose ed armoniose, da far levare degli "ohhh" nei bar, dove, magari ci si fermava per vedere le tappe del Giro, e che restano i luoghi, tanto più oggi, per verificare la profondità della tensione simpatetica del ciclismo. Un grande, Giacinto, alla faccia di quegli albi d'oro che, nel ciclismo, valgono la metà degli altri sport. Nato, vissuto e cresciuto a Seregno, in quella Salus, le cui maglie giallo-blu ebbero tanta parte nel ciclismo degli anni '60 e '70. I suoi inizi, nel 1961, fra gli esordienti. Da allievo vinse il Tricolore nella cronometro a squadre (con Borgonovo, Brusegan e Figini). Fra i dilettanti corse 4 anni: con Salus Seregno, Coop Corsico e Iag Gazoldo, raccogliendo tanti significativi successi, 27 per la precisione, fra i quali spiccano una tappa alla Praga Varsavia Berlino, il GP Camaiore (che poi vincerà anche fra i professionisti e fu l'unico a fare quella particolare doppietta), la Milano Tortona e il Campionato Lombardo. In quel lasso indossò spesso la Maglia Azzurra: nella citata "Corsa della Pace" (Praga Varsavia Berlino), al Tour de l'Avenir, ai Giri di Scozia e Germania. Nel 1969 divenne professionista, passando attraverso la Iag Gazoldo, che era il serbatoio della Molteni, proprio nella grande squadra di Arcore. I capitani che trovò nel celebre team di patron Ambrogio Molteni, furono prima Dancelli e Basso, poi sua maestà Eddy Merckx. In quel lasso vinse la Coppa Bernocchi nell'anno d'esordio e la tappa di Lainate al Giro d'Italia '71. Nel 1972, passò alla Salvarani di Gimondi, il suo capitano storico, e trovò un velocista come Guido Reybrouck. Col nuovo sodalizio vinse la Tre Valli Varesine. Nel '73, il team fu sponsorizzato dalla Bianchi e col celebre marchio di bici color celeste, che si prolungò fino al 1978, si ritrovò oltre che con capitan Gimondi, anche coi velocisti Van Linden e Basso. Nelle poche giornate dove poté far la sua corsa, vinse, fra altre, due tappe al Tour de France, a Melun nel '75 e Lorient nel '77, una frazione del Giro d'Italia a Salsomaggiore nel '77, il GP Camaiore e il GP Argovia-Gippingen nel '74 e la Cronostaffetta (con Gimodi e Rodriguez) nel '75. Chiuse col ciclismo pedalato nel 1979, correndo nella Inoxpran al servizio di Giovanni Battaglin. Anche fra i professionisti fu un amico dell'azzurro: partecipò, infatti, a 5 Mondiali, cogliendo nel 1974, il 4° posto a Montreal, dove fu il primo degli italiani. Fu allo start di 10 Giri e 5 Tour, tutti portati a termine. Anche nel dopo carriera, non abbandonò il ciclismo, seguendo la crescita di alcuni giovani della zona e fondando l'ASD Santambrogio per cicloamatori, di cui fu presidente fino alla morte, sopraggiunta prematura dopo una lunga malattia poco prima dell'alba del 14 giugno 2012. Ha lasciato la moglie Dinora e la figlia Giulia, avvocato.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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