Daniele Nardello

Nato a Varese il 2 agosto 1972. Passista scalatore. Alto 1,81 m per 69 kg. Professionista dal 1994 al 2009 con 27 vittorie. Figlio d'arte, il padre Primo fu professionista con l'Ignis dal 1963 al 1965, Daniele va considerato come uno dei corridori italiani più evidenti a cavallo del nuovo millennio. Atleta abbastanza completo, a cui mancavano adeguate punte, soprattutto sulle lunghe salite, anche se nel complesso il suo rendimento era buono anche lì, ed in possesso di una tangibile capacità tattica, ed una palpabile disponibilità a fungere da pedina di squadra. Potremmo dire un perfetto figlio del ciclismo dei tempi moderni, dove la spalla o il gregario di un tempo, con le nuove dinamiche, si sono trasformati in figure vincenti, in grado di raggiungere un più che buon palmares.
Iniziò a gareggiare a nove anni con la maglia dell'Unione Ciclistica Arcisate facendo poi tutta la trafila delle categorie giovanili senza soluzione di continuità, ed aumentando via via il rendimento e l'adattabilità ai filoni di questo sport, compresa la pratica di quella pista che solo i tecnici miopi del pedale non sanno vedere come un momento precipuo nella formazione di un corridore. Fra gli allievi, infatti, vinse il Tricolore nell'inseguimento a squadre, indi fra gli juniores, nel 1990, conquistò prima il titolo di Campione Regionale e, poi, si laureò Campione Italiano su strada. Nei tre anni della sua permanenza tra i dilettanti, conquistando tredici vittorie e il Campionato Italiano "militari" su pista, nel 1991. Nel 1994 passò professionista nelle file della Mapei Clas, vincendo, una tappa e la classifica finale dell'Australian Alpine Classic. L'anno successivo si impose nella Paris-Bourges e nel Gp Zele ed a fine stagione sfiorò il grande successo nel Giro di Lombardia, finendo 2°, beffato, al pari del superato in volata Michele Bartoli, dall'allungo di Gianni Faresin. Nel 1996, ottenne la sua prima vittoria italiana nella Milano-Torino, che non fu l'unica, poiché aggiunse al successo torinese la tappa di Naranco alla Vuelta di Spagna, una del Circuit de la Sarthe e il GP d'Europa, una crono coppie corsa con Fabio Roscioli. A dimostrazione della sua versatilità e completezza, fu selezionato per i Mondiali a Crono di Lugano, dove chiuse 4°, uno dei migliori piazzamenti italiani di sempre nella manifestazione. L'anno successivo vinse il Giro d'Austria e due tappe dello stesso e il Criterium d'Abruzzo e partecipò al suo primo Tour de France che chiuse 18°. Nel 1998, trovò proprio nella Grande Boucle i suoi migliori acuti di stagione: vinse la tappa di Carpentras e chiuse 8° nella generale a Parigi. Vinse pure una frazione del "Guglielmo Tell" in Svizzera e fu selezionato per i Mondiali su strada di Valkenburg, che chiuse 57°. Nel '99 oltre a buoni piazzamenti, si miglioro al Tour de France, dove finì 7°, vinse a Val d'Aran una tappa della Vuelta di Spagna e riconquisto la Parigi-Bourges. Ai Mondiali di Verona chiuse 10°. Iniziò alla grande la prima stagione del nuovo millennio, vincendo il Trofeo Laigueglia, indi vinse il Tour d'Haut-Var, il Circuito Franco Belga, la "Duo Normand", crono coppie con Laszlo Bodrogi, una tappa del Giro d'Austroa e finì 10° il Tour de France. Nella stagione successiva mantenne un gran ruolino di piazzamenti e trovò tre acuti: rivinse il Tour d'Haut-Var, conquistò una tappa del Giro d'Austria e, soprattutto, a Carate Brianza, si laureò Campione Italiano su strada. Fu poi doppio azzurro ai Mondiali di Lisbona: 24° a crono e 44° nella prova in linea. Senza grandi acuti la sua stagione 2002, anche sovente piazzato. Vinse la Coppa Bernocchi e colse un'altra Maglia Azzurra a Zolder, nel giorno del trionfo di Cipollini: chiuse 98°. Nel '93, con la chiusura della Mapei passò alla Telekom di Jan Ullrich e trovò anch'egli il modo di gioire alla grande: vinse il Campionato di Zurigo, due tappe e la Classifica finale del Rheinland-Pfalz Rundfahrt, in Germania. Ai Mondiali di Hamilton chiuse 65°. Ormai votato al compito di spalla e di gregario giunse a correre fino al 2009, passando pure attraverso la LPR nel 2007, nella Selle Italia Diquigiovanni nel 2008 fino a chiudere con la Fuji Servetto. Fu acora azzurro nel 2004 ai Mondiali di Verona, dove chiuse 67°. In carriera ha corso 5 Giri d'Italia finendone 3 (miglior piazzamento 42° nel 2002), 8 Tour de France, tutti finiti (miglior piazza il 7° posto del '99) e 5 Vuelta di Spagna (il 15° posto del '96, fu il suo risultato migliore). A livello di classiche monumento, da segnalare i due quinti posti nel "Fiandre" (2001 e 2002), l'8° alla "Roubaix" (2003), il 2°, il 4° e il 5° posto nel "Lombardia" (rispettivamente nel 1995-'96 e 2004). Nel dopo è divenuto collaboratore tecnico della Green Edge Racing Team.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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