Domenico De Lillo: bela pedalada
Negli anni 60 del secolo scorso gli atleti italiani dominavano la pista: Antonio Maspes, Sante Gaiardoni, Giuseppe Beghetto e Giovanni Pettenella nella velocità, Sergio Bianchetto, Angelo Damiano, Walter Gorini e Giordano Turrini nel tandem, Leandro Faggin e Lorenzo Bosisio nell'inseguimento, solo per citate i più medagliati.
Faceva eccezione il mezzofondo dietromotori, in quanto la lunga maratona che concludeva il campionato mondiale era appannaggio di belgi, olandesi e spagnoli.
A difendere i colori italiani nel dietromotori c'era l'ostinato Domenico De Lillo, un pistard che al ciclismo su strada preferì sempre questa dura e pericolosa specialità, guadagnandosi il soprannome di Bela pedalada ("pedala bene" in dialetto milanese) attribuitogli dal grande Maspes, il miglior pistard di tutti i tempi.
Brillante la carriera di questo strayer puro che tra il 1959 ed il 1973 fu 11 volte campione italiano (3 da dilettante, 6 da professionista, 2 indoor), 3 volte medaglia di bronzo ai campionati mondiali, recordman mondiale della 100 chilometri e dell'ora, ovviamente dietromotori.
Quando nel 1973, a 36 anni e campione italiano indoor in carica, si ritirò dall'agonismo, intraprese la carriera dell'allenatore/motociclista, el maneta in dialetto milanese.
El maneta trascina lo stayer per tutta la durata della gara, ad altissima velocità e con spericolati sorpassi ad oltre 100 chilometri orari, rischiando, al minimo errore, di provocare gravissimi incidenti. Un mago della pista che usa infiniti trucchi per taglia l'aria al suo pupillo: giaccone larghissimo, maniche arrotolate, guantoni pesanti, casco con paraorecchie, gambe larghe ed allungate a sfiorare la pista, braccia ben stese lungo i fianchi.
Fedele compagna del maneta a quei tempi era l'infernale Indiana: un motorone rumorosissimo, con cambio automatico, trasmissione a cinghia ed enorme manubrio a corna di yac.
Da allenatore/motociclista Domenico De Lillo negli anni '80 del secolo scorso regalò all'Italia numerose vittorie, tra cui i 3 campionati mondiali categoria professionisti vinti da Bruno Vicino e 1 campionato mondiale categoria dilettanti vinto da Roberto Dotti.
Un'attività svolta fino a quando, nel 1994, la specialità del mezzofondo dietromotori venne tolto dalle competizioni iridate.
Faceva eccezione il mezzofondo dietromotori, in quanto la lunga maratona che concludeva il campionato mondiale era appannaggio di belgi, olandesi e spagnoli.
A difendere i colori italiani nel dietromotori c'era l'ostinato Domenico De Lillo, un pistard che al ciclismo su strada preferì sempre questa dura e pericolosa specialità, guadagnandosi il soprannome di Bela pedalada ("pedala bene" in dialetto milanese) attribuitogli dal grande Maspes, il miglior pistard di tutti i tempi.
Brillante la carriera di questo strayer puro che tra il 1959 ed il 1973 fu 11 volte campione italiano (3 da dilettante, 6 da professionista, 2 indoor), 3 volte medaglia di bronzo ai campionati mondiali, recordman mondiale della 100 chilometri e dell'ora, ovviamente dietromotori.
Quando nel 1973, a 36 anni e campione italiano indoor in carica, si ritirò dall'agonismo, intraprese la carriera dell'allenatore/motociclista, el maneta in dialetto milanese.
El maneta trascina lo stayer per tutta la durata della gara, ad altissima velocità e con spericolati sorpassi ad oltre 100 chilometri orari, rischiando, al minimo errore, di provocare gravissimi incidenti. Un mago della pista che usa infiniti trucchi per taglia l'aria al suo pupillo: giaccone larghissimo, maniche arrotolate, guantoni pesanti, casco con paraorecchie, gambe larghe ed allungate a sfiorare la pista, braccia ben stese lungo i fianchi.
Fedele compagna del maneta a quei tempi era l'infernale Indiana: un motorone rumorosissimo, con cambio automatico, trasmissione a cinghia ed enorme manubrio a corna di yac.
Da allenatore/motociclista Domenico De Lillo negli anni '80 del secolo scorso regalò all'Italia numerose vittorie, tra cui i 3 campionati mondiali categoria professionisti vinti da Bruno Vicino e 1 campionato mondiale categoria dilettanti vinto da Roberto Dotti.
Un'attività svolta fino a quando, nel 1994, la specialità del mezzofondo dietromotori venne tolto dalle competizioni iridate.
Articolo inviato da: Angelo Gerosa
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