Vittorio De Martino e la bicicletta ....... una storia da invidiare

Aveva proprio ragione Alfonso Gatto, il poeta salernitano che negli anni dei racconti epici componeva la pattuglia di intellettuali della terza pagina al seguito del Giro d'Italia o del Tour per fare quelli che in gergo giornalistico si chiamano pezzi di colore. Tutti primi al traguardo del cuore, scrisse Gatto. Ed è così per chi va in bici, perfino da soli: si fissa un traguardo, lo si taglia con i ventricoli che pompano felicità: unica, inimitabile, impareggiabile. La storia di Vittorio, il nostro piccolo eroe in sella con la soavità di Anquetil e la tenacia di Pantani, eroi immaginari come il più grande di tutti, quel Fausto Coppi che frequentava Montoro Inferiore - la culla di Vittorio - per motivi di amicizia e ogni tanto sgambava destando meraviglia in gente pura come l'aria dei monti irpini sovrastanti: ma che ci fa il Campionissimo in bicicletta proprio qui? E' un'altra storia ma di certo quelle terre hanno partorito folli innamorati del ciclismo. Come Vincenzo de Caro ma più che mai inarrestabile Vittorio de Martino che a voler suggellare l'amore per gli sport della sofferenza ha amato anche le dodici corde del ring, incassando molto ma volteggiando sul ring come un'ape malandrina.
All'anagrafe di Vittorio manca un dato: coniugato con la bicicletta. Eh sì, per il resto nessuna manchevolezza ma è assente l'aspetto che più rapisce il cuore suo e di chi lo conosce. L'adrenalina senza scadenze che lo pervade quando comincia ad infilare i calzini d bici, fino al caschetto d'ordinanza è un qualcosa di indescrivibile. E su e giù tra ciottoli e asfalto a volte insolente, una buca o un dosso, un po' di brecciolina o una lingua di "aggiunta" scivolosa. Col sorriso, sempre. Ad un metro e mezzo da terra, ciascuno in sella si sente libero sognando di volare. Il manubrio serrato tra le mani, gli occhi a cercare anche su percorsi noti quel qualcosa di nuovo che immancabilmente la passeggiata in bicicletta regala. Chi ama la bici è una persona speciale: frequenta la poesia senza saper comporre in versi; pratica la fisica con quel mulinare i pedali che originano il fruscio e regolano spinta e velocità; intona perfino musica mentre i pedali alimentano i raggi delle ruote. Quante cose assieme, pensandoci bene. Io e la bicicletta è come quando ad una ragazza si faceva la dichiarazione per conquistarne il cuore. In tempi in cui basta twittare, dire alla compagna che mai tradisce ti amo è inutile. E' palese. Vittorio e la bicicletta, una storia da invidiare.

Gianfranco Coppola
Presidente nazionale Unione Stampa Sportiva Italiana
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