Storia di Luigi Casola

Atleta di stazza possente si era già messo in luce tra i dilettanti aggiudicandosi il Giro del Veneto nel '45 e poi l'anno successivo la Coppa San Geo e il Piccolo Lombardia.
Passò professionista subito dopo la fine della guerra, cioè con la Milano-Sanremo del '46, piazzandosi tredicesimo e vinse la sua prima corsa il 29 aprile a Bollate. Vinse i circuiti di Firenze e Bologna mettendo in luce le sue doti di velocista.
L'anno si chiuse con un ottimo secondo posto al Giro di Lombardia. La sua carriera fu un'altalena di alti e bassi, sono molte le corse, molte le vittorie, ma molte anche le pazzie. Nel 1950 vinse il Giro del Veneto, dopodichè venne ricoverato nell'ospedale della sua Busto Arsizio per operarsi di appendicite.
Un guaio, ma come non bastasse, appena uscito dovette precipitarsi in Tribunale a Genova; durante il Giro, infatti, aveva indirizzato una delle sue famose frecciate a un vigile urbano che lo aveva redarguito mentre tornava in albergo. Il vigile lo denunciò e il tribunale lo assolse per insufficienza di prove.
Forse aveva capito che un umorista come lui sfotticchia, ma non offende.... .
In conclusione un corridore bizzarro, l'umorista dalla frecciata pronta e dalla risposta bruciante, ma soprattutto uno dei re della volata, tanto che non sfigurò nemmeno nella velocità su pista. Inoltre le sue doti gli consentirono anche 4 tappe del Giro d'Italia.
Dopo aver smesso di correre si è trasferito in Messico, assumendo la direzione del velodromo olimpico, sulla cui pista conquistarono il record dell'ora Ritter e Merckx. Entrò pure nello staff di Moser che realizzò il suo record sulla pista del Deportivo.
La morte prematura della moglie gli consigliò di mandare le due figlie a vivere in Italia e, nel 2003, le raggiunse tornando nella sua città natale, dove si è spento nell'aprile del 2009.
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