Storia di Franco Ballerini

Nasce a Firenze l'11 dicembre 1964. Inizia l'attività nei giovanissimi, categoria nella quale ottiene 31 vittorie. A poco più di otto anni, inizia per emulare suo padre, che aveva gareggiato da dilettante. A Firenze, alle Cascine, c'era allora la Scuola di ciclismo, diretta da Conti, dove i ragazzi venivano tesserati per correre con la maglia del Coni. I suoi primi chilometri li fa con una vecchia Aquila del fratello.
Nel 1974 corre per il G.S. Romito di Firenze nella categoria Giovanissimi e sempre con il G.S. Romito nel biennio 1977/1978 (esordiente) ottiene una sola vittoria.
Passa allievo e in due anni (1979 - G.S. Romito e 1980 G.S. Fratelli Taddei) vince 7 corse. Si ripete negli juniores ottenendo nel 1981 (G.S. Itala) e nel 1982 (G.S. Magniflex) ancora 7 vittorie. Partecipa al Campionato del Mondo classificandosi al 5° posto.
Dal 1983 al 1985 corre da dilettante per il G.S. Magniflex-Cantagrillo, ottenendo 8 vittorie tra le quali spicca il Campionato Toscano dilettanti 1^ categoria nel 1984.
Nel 1986 passa professionista con la Magniflex e l'anno successivo con gli stessi colori ottiene la prima vittoria da professionista nella Tre Valli Varesine. Questa vittoria da una svolta alla sua carriera; era alla fine del secondo anno da professionista, il contratto era in scadenza e riesce a trovare una squadra per il 1988, la Del Tongo. Inoltre riesce a conquistare la sua prima maglia azzurra per i mondiali di Villach (Austria).
In tutto parteciperà a cinque mondiali agli ordini del commissario tecnico Alfredo Martini, sempre ligio alle disposizioni e alle indicazioni del CT, creando sempre un clima di grande unità.
Nel 1989 corre la prima Parigi-Roubaix. In quei giorni fu un tempo infernale, ma riuscì comunque a classificarsi 24°, dopo due forature. La Roubaix diventerà la sua corsa, sarà sempre protagonista con due vittorie (1995 e 1998), un secondo posto, un terzo, un quinto e un sesto. Sarà anche la sua ultima corsa: il 15 aprile 2001 partecipa alla sua ultima Roubaix classificandosi al 32° posto a 8'13" dal primo, ma viene accolto nel velodromo come un vincitore, un grande campione straniero diventato l'eroe per gli sportivi francesi: il re della Parigi-Roubaix.
Questa corsa gli ha riservato anche la più grande delusione della sua carriera sportiva. E' il 1993: una opportunità persa per troppa leggerezza, per la sottovalutazione dell'avversario. Arriva allo sprint con il francese Duclos-Lassalle, si sente forse troppo sicuro e perde. Questo errore lo aiuta a crescere, e nel 1998 non ripete l'errore: Diercksens non tirava ed allora fece di tutto per non portarselo in volata.
Perseguitato dall'allergia in primavera (maggio-giugno) non ha potuto fare grandi cose al Giro d'Italia.
Nonostante tutto ha partecipato a 5 edizioni del Giro e ha vinto una tappa nel 1991 (Torino-Morbegno), ma avrebbe potuto fare molto di più, e perciò ha impostato sempre la sua attività per le gare di un giorno. In particolare si è sempre ben distinto in gare di Coppa del Mondo riuscendo a vincere 3 prove più una a squadre con la MG-BIANCHI.
In Coppa del Mondo ha, inoltre, conseguito numerosi piazzamenti di prestigio che gli hanno consentito di piazzarsi al quarto posto nella classifica finale del 1990.
Nel 2001 è tornato con i colori della Mapei (in precedenza dal 1994 al 1998) per concludere la sua attività con la Parigi-Roubaix del 15 aprile (la sua 13°), e poi passare nei quadri dirigenziali della società di Squinzi.
Passa pochi mesi e il 27 luglio 2001 viene chiamato alla guida della Nazionale italiana professionisti. Il primo mondiale è deludente ma nel 2002 a Zolder arriva la grande vittoria di Mario Cipollini.
Articolo inviato da: Paolo Mannini (Firenze)
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