Storia di Mohamed El Gourch

Mohamed El Gourch è stato un pioniere del ciclismo marocchino. Questo nome non sembra dire molto alle giovani generazioni, ma fortunatamente ci sono, per ricordarsene, i "vecchi" che rammentandolo sono immediatamente invasi dalla nostalgia di un'epoca passata. Il ciclismo negli anni '50-'60 aveva una popolarità straordinaria, molto più del calcio, ed El Gourch ha fatto molto per questo sport. In molti hanno potuto assistere alle prodezze di Mohamed, sia sulle strade del suo paese, in occasione dei numerosi giri del Marocco ai quali ha partecipato (ne ha vinti tre, '60-'64-'65, un record!), sia attraverso la stampa o ascoltando la radio che copriva ampiamente le sue partecipazioni, molto spesso vittoriose, all'estero.
Nel 1950 il giovane Mohamed non ha più di una decina di anni quando sua madre lo porta a Mohamedia per lavorare presso un meccanico di biciclette. Molto presto è attratto dalle biciclette che passano tutti i giorni davanti ai suoi occhi e il desiderio di provarle è sempre più forte. Allora, quando il proprietario non è presente, comincia a prendere senza il suo permesso le biciclette che sono state portate per la riparazione e ne approfitta per fare dei giri. Il colpo di fulmine però lo ha quando vede per la prima volta dei ciclisti con maglia, caschetto e dorsale. Il suo unico desiderio è assomigliare a loro e a quindici anni, in seguito alla sua insistenza, sua madre cambia il suo destino: gli regala una bicicletta e Mohamed gli sarà eternamente riconoscente.
Mohamed comincia ad allenarsi per partecipare al "Padalo" una corsa di cui ha sentito molto parlare e che è organizzata una volta all'anno per i dilettanti da quindici a diciassette anni senza licenza. Il giorno della corsa, ad Aïn Diab, più di 350 partecipanti si ritrovano ai nastri di partenza e fra questi anche lui, ma nessuno gli presta attenzione, non conosce nessuno e nessuno lo conosce. All'arrivo Mohamed è la grande sorpresa, uno sconosciuto che partecipa alla sua prima corsa e vince a mani alzate.
George Lassa, allenatore dell'epoca, è immediatamente convinto di una cosa: questo giovane diventerà un grande campione. In meno di un anno Mohamed, a forza di vittorie, arriva nell'elite del ciclismo dilettantistico marocchino. Fra i grandi si impone fin dalla prima corsa classificandosi secondo. La conferma del suo talento non si fa troppo aspettare poiché vince la corsa successiva battendo molti professionisti stranieri venuti a Casablanca per preparare il Tour de France.
Il Marocco ha appena ottenuto l'indipendenza dalla Francia (1956) e El Gourch è selezionato per rappresentare il suo paese al Giro dell'Egitto del 1957, il primo grande giro al quale partecipa. Alla vigilia della partenza l'allenatore del Marocco, poco sicuro delle possibilità della sua squadra, chiede ai suoi corridori di aiutare gli egiziani contro gli europei. El Gourch non ci sta, lui è venuto per difendere i colori del suo paese e non per altre cause. Mohamed rappresenta ancora una sorpresa: porta la maglia di leader per sette giorni, vince due tappe e, nella classifica finale, finisce a sei secondi dal vincitore.
Il risultato ha grande eco nel mondo arabo e, in un momento di rinnovato nazionalismo arabo, lo stesso presidente egiziano Jamal Abdel Nasser trova il tempo di congratularsi e fare conoscenza con il giovane marocchino.
Tornato in patria è ormai famoso e quando corre tutti attendono il suo passaggio; nel 1959 partecipa per la prima volta al Giro del Marocco, all'epoca una gara a tappe per dilettanti molto quotata, e ottiene un ottimo terzo posto. L'anno successivo ottiene il primo dei tre successi nella corsa nazionale (gli altri nel '64 e '65). E' ancora oggi il solo marocchino ad essere riuscito in questa impresa ed avrebbe potuto vincere anche negli anni nei quali il Giro non fu corso ('61, '62 e '63).
L'albo d'oro di questo campione è eccezionale: otto volte campione del Marocco, quinto al campionato del mondo, secondo ai Giochi Olimpici del 1960, ha vinto decine di corse tanto in Marocco che all'estero. Ha ottenuto piazzamenti di rilievo (spesso fra i cinque primi) alle due più importanti corse per dilettanti del periodo, la Corsa della Pace e il Tour de l'Avenir.
Mohamed, nonostante numerose proposte dall'estero, non è mai passato professionista; gli hanno proposto anche la nazionalità francese ma la Federazione marocchina non lo ha mai lasciato partire.
Articolo inviato da: Paolo Mannini (Firenze)
©2002-2023 Museo del Ciclismo Associazione Culturale ONLUS - C.F.94259220484 - info@museociclismo.it - Tutti i diritti riservati

I dati inseriti in archivio sono il risultato di una ricerca bibliografica e storiografica di Paolo Mannini (curatore dell'Archivio). Le fonti utilizzate sono svariate (giornali, libri, enciclopedie, siti internet, archivi digitali e frequentazioni sui vari Forum inerenti il ciclismo). Chiunque desideri contribuire alla raccolta dei dati, aggiunta di materiale da pubblicare o alla correzione di errori può farlo mettendosi in contatto con Paolo Mannini o con la Redazione.

Preferenze Cookies - Privacy Policy