Storia di Sergio Ferrando

Inviata dal figlio Massimo.

Sergio Ferrando nasce a Ceranesi (GE) il 14 marzo 1931. Comincia a correre come allievo nell'U.S. Pontedecimo distinguendosi subito come scalatore: "...Ci piace come coraggio questo giovane e minuscolo atleta. Scala i monti come uno scoiattolo e scende in punta di piedi leggero come un ossicino di un uccello. Abbiamo ferma convinzione che il giovane dara' molte soddisfazioni..."
Nel seguente articolo, apparso su La Gazzetta dello Sport del 7 dicembre 1949, si racconta l'inizio della sua carriera:

"Incomincio', come tanti altri genovesi, sul circuito di Campomorone, quando aveva un fisico esile da ragazzino e una bicicletta piu' grande di lui: debutto' nel '46 (aveva 15 anni, essendo nato nel 1931) in una corsa di liberi, e la concluse con un onesto settimo posto su una cinquantina di partenti di tutte le eta'. Dopo quella gara, di Sergio Ferrando non sentimmo piu' parlare per un anno. Evidentemente i dirigenti della Pontedecimo, sempre ad occhi aperti quando si tratta di tirar fuori qualche giovane pedalatore, lavoravano col segreto della ginnastica e con l'arma dell'insegnamento attorno al promettente ragazzo.
Ed infatti nel '47 Ghiglione e Rebora lanciarono tra i novizi un Ferrando piu' alto di un palmo, piu' solido, piu' stilista, piu' resistente. Una mezza dozzina di vittorie, tra cui notevole la Genova-Avegno, e il titolo di campione ligure a squadre della categoria aprirono in bellezza un ruolino di marcia che promette di essere brillantissimo. Inoltre la stagione successiva, che si prevedeva di ambientamento tra gli allievi, fece registrare tre vittorie per distacco (Rapallo, Sanremo, Ceriana) ed una ventina di piazzamenti d'onore, non essendo la velocita' pane per i denti di Ferrando.
Quest'anno, sempre a capo della Pontedecimo e con a fianco ragazzi del valore di Chiarlone, Gala e Magnanego, in 37 gare ha conquistato 5 vittorie e 24 piazzamenti nei primi cinque, facendo aggiudicare alla sua societa' ben 29 coppe. Delle cinque vittorie le migliori restano il Campionato delle Langhe a Vesime d'Asti, dopo una fuga di 70 chilometri, e quelle pure per distacco di Lavagna (Coppa Tigullio) e di Varazze (coppa Germagnoli). Nella Coppa Camposseragna a Vado Ligure ha fatto il <> tra i dilettanti vincendo clamorosamente dopo 110 chilometri di fuga assieme a Rossi, staccando i vari Rossello, Gaggero, Siccardi.
Fisicamente Ferrando ricorda il biancoceleste Milano: alto, slanciato, quasi elegante eppure solido e infaticabile. Si avvale di una pedalata quasi perfetta, che lo rende in salita agile come uno scoiattolo e poderoso sul passo. Il suo secondo posto nel Campionato ligure dell'inseguimento parla chiaro al proposito. E poi e' ragazzo serio, calmo, attento: doti queste che gli hanno permesso, in tre anni, un miglioramento lento ma costante che autorizza le piu' belle speranze.
L'anno prossimo dovrebbe far bene tra i dilettanti, con distanze e percorsi piu' adatti ai suoi mezzi. Questa e' l'idea dei dirigenti della Pontedecimo, che gli sono prodighi di cure e di consigli del <> Capanna che lo segue da vicino. Lui, Ferrando, forse pensa che il biglietto da visita per presentarsi tra i <> l'ha gia' in tasca, perche' ben pochi possono di essere entrati nella categoria col lasciapassare di una vittoria clamorosa alla prima gara."

Alla fine del '54 passo' professionista nelle file della Welter-Ursus partecipando al 38° Giro d'Italia: "... ha avuto il merito di caratterizzare con una propria azione ben decisa la tappa che portava a Cervia Pineta attraverso il colle di San Marino. In quell'occasione infatti, il corridore di Pontedecimo insceno' la fuga che risulto' decisiva ai fini dell'esito della tappa. Vinse il traguardo volante a Cattolica e giunse al traguardo di Cervia con i primi (Minardi, Baffi e Zucconelli)."

Alla fine di quell'anno diede addio alla carriera di ciclista per non lasciarsi sfuggire l'occasione di entrare a far parte del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, negando allo "Scoiattolo della montagna" imprese che avrebbero potuto aver luogo su qualche montagna dei successivi giri d'Italia. Grazie lo stesso!
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