Mario Ricci, Commissario Tecnico azzurro

Ricci nasce il 13 agosto 1914 a Padova ed è professionista dal 1938 al 1950. Dodici stagioni in cui raccoglie 23 vittorie tra le quali spiccano due Giri di Lombardia. Un ottimo velocista con tanti piazzamenti di rilievo come ad esempio alla Milano-Sanremo: secondo nel '41 e terzo nel '46.
Terminata la carriera agonistica Mario mette la sua esperienza al servizio degli altri. Sempre disponibile, dotato di un sorriso luminoso, riflessivo, ma anche ottimista per natura, Ricci è stimato da molti e dal '67 al '72 è Commissario tecnico degli stradisti azzurri. L'esordio è nel mondiale '67 di Heerlen (Olanda) dove Gianni Motta, soggiogato dalle strane idee del dottor Di Donato, finisce al quarto posto alle spalle di Merckx, Janssen e Saez. Non è sicuramente gradito a Ricci il comportamento di Motta, il quale condiziona anche gli altri azzurri e alla fine rimane vittima di una tattica suicida.
A distanza di una stagione il magnifico colpo d'ali di Vittorio Adorni sul tracciato di Imola. Una giornata stupenda quel primo settembre del 1968. Ricci aveva raccomandato ai suoi ragazzi di entrare in tutte le fughe. Tanto meglio, aveva suggerito il ct, se fosse nata l'azione che avrebbe potuto mettere in difficoltà il favorito Merckx. E così è quando Adorni entra nella pattuglia dei battistrada per marcare il belga Van Looy. Dietro c'è Merckx intrappolato dall'iniziativa del compagno di squadra, davanti Adorni che, per evitare il ricongiungimento, taglia la corda quando mancano 85 chilometri alla conclusione. Il resto è scritto nella leggenda del ciclismo dove Adorni figura campione del mondo con una decina di minuti sul fiammingo Van Springel. Terzo Dancelli, quarto Bitossi, quinto Taccone a completamento di una domenica indimenticabile per i colori italiani.
Nel '69 e nel '70 Ricci deve accontentarsi dei terzi posti di Dancelli e di Gimondi; nel '71 in Svizzera (Mendrisio) Merckx ha la meglio su Gimondi, ma prima di dedicarsi alle formazioni dilettantistiche, Mario Ricci ha la gioia di Gap '72, quando le medaglie d'oro e d'argento sono conquistate da Marino Basso e Franco Bitossi. In sostanza sei anni di buoni ricordi per un Ct dai toni garbati, convincente per i suoi modi di agire, un uomo che non aveva bisogno di alzare la voce per farsi capire.
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