Storia di Jean-Francois Bernard

Jean Francois Bernard nasce a Luzy nel 1962. Dopo una buona carriera giovanile passa professionista nel 1985, voluto dallo stesso Hinault alla Vie Claire. Si mette subito in mostra come un ottimo atleta che sa tenere la salita senza problemi e che ha il suo punto forte nelle gare a cronometro. Chiuso da Hinault e Lemond nel team di Koechli "Jeff" vince la sua prima gara da professionista nell'anno del debutto facendo sua una tappa del Tour de Suisse a Solothurn ed una frazione del Tour de Limousin. Nel 1986 dimostra tutto il suo talento vincendo parecchio; fa suo il Tour Mediterranee vincendo la cronoscalata del Mont Faron, due tappe del Giro di Romandia (il prologo di Lugano e la crono di Neuchatel), due al Delfinato (ancora il prologo di Annecy e la crono finale di Nyons), la tappa di Gap al Tour de France, dove è fondamentale nell'appoggio a Hinault e Lemond. Chiude la stagione con una bella vittoria a Peccioli, quando fa sua la Coppa Sabatini. Il 1987 deve essere il suo anno di grazia. Punta forte sul Tour ma prima fa suoi il GP Rennes e la tappa di Mont Faron alla Parigi Nizza (secondo nella generale dietro Kelly). Al Giro ha alti e bassi: vince la tappa in salita di Madesimo ma si capisce che è il Tour che gli interessa. Alla corsa rosa è più che altro spettatore, ma correre in Italia gli piace ed al Giro tornerà anche in seguito. Al Tour sembra essere padrone quando fa sua la cronoscalata del Mont Ventoux rifilando 1'39'' ad Herrera e vestendo la maglia gialla con 2'34'' su Roche. I francesi sono convinti che la Grand Boucle sarà sua ed invece già il giorno dopo verso Villar de Lans risente dello sforzo effettuato per domare il monte calvo. E' anche sfortunato; in difficoltà fora e viene attaccato da tutti gli avversari.
Arriva con oltre 4 minuti di ritardo da Delgado che gli soffia definitivamente il giallo. Sfruttando le sue grandi doti da cronoman vince a Digione e sale sul terzo gradino del podio con la maglia della combinata. Ci riproverà nel 1988 ma gli andrà male. Al Giro parte alla grande. Vince il prologo di Urbino e veste la maglia rosa. La porta fino a Rodi Garganico ma resta sempre attivo vincendo a Chianciano ed in salita a Merano 2000, nella tappa successiva alla bufera del Gavia (la leggenda narra che si fece mettere grappa nella borraccia da alcuni tifosi) nella quale si dovette annullare la scalata allo Stelvio. Una caduta lo costringerà al ritiro. Batte il ginocchio e dovrà ritirarsi anche il Tour. Il problema gli provocherà un brusco calo alle ambizioni della carriera.
L'89 è praticamente nullo, il ginocchio lo ferma, sarà operato. Nel 1990 ancora pochi risultati con una bella vittoria nella crono del Col d'Eze alla Parigi Nizza e sempre a cronometro alla Vuelta di Spagna a Valdezcarey. Nel 1991 accetta di passare alla Banesto come spalla di Delgado e dell'emergente Indurain. Al Giro Bugno lo batte a Langhirano nella crono. Non è mai in lotta per la classifica ma al Tour sarà il gregario numero uno di Miguel Indurain. Rimane alla Banesto fino al 1994 vincendo nel 1992 la Parigi Nizza (con la tappa del Mont Faron) ed il Criterium International. Nel 1995 va alla Chazal e chiude nel 1996 con la Agrigel. Era un ottimo corridore, gran cronoman, e senza i problemi al ginocchio avrebbe certamente ottenuto di più.
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